TERME DI ACQUI: MA DOV’E’ IL RILANCIO?

La sofferta vicenda della vendita delle Terme di Acqui che fra polemiche, contrasti, diatribe e contenziosi ha arricchito a dismisura le cronache cittadine, torna ancora di attualità.
L’acquisto importante da parte di un soggetto privato, la FINSYSTEMS di Genova, ha rappresentato l’elemento di novità ed ha alimentato in questi mesi attesa ed aspettative di un intero territorio e che chiaramente coinvolge l’interesse e le prospettive di tanti lavoratori coinvolti.
Ancora però sul futuro e sulle prospettive di rilancio tutto tace.
E crescono i timori fra le lavoratrici e i lavoratori delle Terme. 
Nonostante le tante richieste e i tanti solleciti ancora non siamo riusciti ad incontrare la propeietàquesto il primo commento di Fabio Favola Segretario Provinciale della FILCAMS CGIL – La stiamo rincorrendo  da molto tempo. Abbiamo svolto qualche incontro solo con i tecnici che da gennaio ci rimpallano questioni sostanziali. Il punto vero ed anche la nostra prima richiesta è quella di conoscere  quale  piano industriale, di sviluppo e di investimenti la nuova proprietà intende realizzare.”
“Per questi aspetti l’azienda è stata ermetica e ancora ad oggi si trincera nel silenzio –aggiunge Fabio Favola.” 
I punti interrogativi rimangono pertanto ancora tanti e nulla si conosce sugli interventi che la famiglia Pater, proprietaria delle Terme, ha intenzione di realizzare sia nell’ambito del rilancio delle attività degli stabilimenti (cure termali, fango-terapia, ecc.) sia per quanto riguarda la parte ricettivo-alberghiera (ricordiamo che la famiglia ha acquisito con l’acquisto anche il Grand Hotel, che oggi, dopo aver liquidato la vecchia gestione di Consorzio Acqui, gestisce direttamente).

Quindi ci troviamo di fronte ad uno stallo delle relazioni sindacali e fra i lavoratori sale la preoccupazione.
Le cose non vanno bene e la stagione termale si è aperta senza segnali positivi, anzi.  Le tante lavoratrici e lavoratori stagionali temono per i loro contratti. Poco lavoro e soprattutto nessuna prospettiva di rilancio. 
“Il nostro è un grido di allarme e sicuramente insieme alle lavoratrici e ai lavoratori ci faremo sentire per far riconoscere  il ruolo fondamentale di chi da tanti anni opera e lavora sia negli stabilimenti che al Gran Hotel e che anche con grandi difficoltà e incertezze fino ad oggi ha rappresentato la vera risorsa delle Terme”.
“Non c’è solo il problema relativo al silenzio e all’immobilismo della nuova proprietà.- conclude Favola. Tutta la città deve essere impegnata allo sviluppo e al rilancio delle Terme. Non possiamo dimenticare i disastri e le responsabilità che la politica e l’amministrazione comunale si portano appresso. Ad Acqui si vota per eleggere il nuovo Sindaco. Fin d’ora, chiunque sarà eletto a governare Acqui, deve sapere che il futuro e il rilancio delle Terme dovranno essere per la città una priorità assoluta. Serve una responsabilità diversa da quella dimostrata in questi anni ed   interventi e progetti concreti che cambino il segno di quello che è successo.” 

CGIL FILCAMS

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