Intervista a Giusy Caligari, un artista a 360°
by Pier Carlo Lava
La redazione di Alessandria Post è lieta di pubblicare un intervista dell’artista, scrittrice e polivalente della cultura contemporanea, Giusy Caligari. Giusy è nata a Bordighera l'8 febbraio 1956. Dopo aver conseguito, la Maturità Scientifica ha frequentato la facoltà di Giurisprudenza presso l'Università Statale di Milano cambiando presto indirizzo a favore di Lingue e letterature Straniere. Il suo spirito irrequieto l'ha sempre spinta verso diversi svariati interessi sia in campo sportivo, artistico e lavorativo. I contenuti della sua intervista riflettono pienamente le sue caratteristiche, ecco le sue risposte alle nostre domande:
Ciao Giusy e benvenuta nel blog, ci racconti chi sei, cosa fai nella vita, oltre a scrivere e qualcosa della città dove vivi?
Ciao a tutti e grazie per avermi ospitata nel vostro blog. Certo che cominciamo bene: cosa faccio nella vita? E’ difficile rispondere a questa domanda. Giusy risponderebbe : non abbastanza. Allora, vediamo cosa potrei dire senza annoiarvi troppo… Lavoro in un azienda otto ore al giorno, una scelta obbligata dalle vicissitudini della mia vita che per raccontarle ci vorrebbe altro che un’intervista. Seguo il mio meraviglioso Papà che è arrivato ai sui 92 anni con una mente che ancora mi stimola e che rimane il mio miglior amico ed interlocutore. Organizzo manifestazioni culturali, mostre e quant’altro e poi altre 17 cosucce in contemporanea, almeno questo è quello che dicono di me.
(ride)
Dove vivo? Vivo e lavoro ad Opera, in questo paese nell’hinterland milanese della cui storia fa parte mia madre e la sua famiglia e dove ho gli affetti che mi sono rimasti: mio padre, mio fratello ed un nipote.
Dei tanti sport mi è rimasto il nuoto. Rimasto, posso dirlo, tanto che sono una vecchietta lo sapete!
(ride)
Come definiresti la scrittura?
La scrittura è l’azione che per eccellenza ci distingue dal mondo animale e vegetale. Respiriamo, mangiamo, ci riproduciamo, costruiamo nidi e poi lasciamo questa terra per ritornare sotto altre forme, ma l’azione di scrivere appartiene solo all’essere umano e sarebbe auspicabile ne facesse buon uso. Usare e posare le parole con arte e buon registro linguistico affinché i messaggi che si vogliono dare e tramandare possano mantenere la loro universalità nel tempo… e ai posteri l’ardua sentenza
Tu hai scritto: tre sillogi poetiche, due romanzi e un libro di racconti destinato alla raccolta fondi per progetti umanitari, c’e ne vuoi parlare?
Ho scritto e letto, letto e scritto sin da quando avevo 5 anni ma è stato solo quando ne ho compiuti 50 che mi sono sentita di diffondere le mie parole ed il mio pensiero. Libera da problemi sul giudizio altrui ho iniziato con la prima silloge “IO” dove vent’anni di vita vengono rappresentati in poesia ed immagini, una mostra fotografica ne accompagna le presentazioni e la poesia viene cantata, recitata, rappresentata. Questo un progetto che tiene conto delle mie pregresse esperienze artistiche, forse”tanto troppe” ma che mi hanno reso quella che sono. Accolta con interesse e questo ha reso la mia penna entusiasta di scrivere altro. Scrivere poesia troppo facile per me che sento le parole e le scrivo a versi sciolti senza mai correggere nulla, “@at the rate of” e “Lanù del mare” vedono la luce, e quindi la nuova sfida: il romanzo. Il romanzo è un’avventura vera. Per il primo “La scatola dei Cappelli” ci sono voluti 5 anni dalla prima parola a vederlo editato, per il secondo “Sulla rotta del destino” solo tre e mezzo perché gli editori lo aspettavano.
(ci schiaccia l’occhio)
I racconti sono altra storia. I racconti sono un modo di scrivere diverso. Devi far entrare nella storia il
lettore quasi di prepotenza e tenerlo li per poi congedarlo lasciando che si porti con sé tutti i contenuti risolti e sospesi. “L’immortale” è piaciuto da subito ed è stato per questo motivo che ne abbiamo partorita con Pablo Palacios la versione in lingua spagnola per darne più diffusione ed ottenere qualche royalty in più da destinare a progetti umanitari.
Come sei arrivata a pubblicare il tuo primo libro e quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato?
Il mio primo libro è stata la silloge “Io” del quale vi ho parlato ampiamente nell’altra domanda. Il come… Si, ricordo di aver parlato con diverse case editrici e tutte più o meno chiaramente mi hanno chiesto soldi pertanto ne ho scelta una che fosse “vicina” da poter raggiungere e con cui discutere, nel caso avessero accettato di pubblicarmi, del progetto vis a vis perché IO a questo punto sarebbe diventata la mia plaquette. Poverini se li sono proprio guadagnati! Però siamo diventati amici e alla fine quando per cause di forza maggior hanno chiuso i battenti mi hanno fatto dono di tutte le copie che avevano stampato: operazione più che positiva!
Quali sono i tuoi autori preferiti e perché?
L’avventura, la fantascienza la scienza, triller e tecnologia nelle mie letture preferite per cui mi sono letta tutta la produzione di Ken Follet, Wilbur Smith, Robert Ludlum, e Isaac ASIMOV. La filosofia di Bertrand Russel, Perché, perché soddisfano la mia curiosità di conoscenza e del mondo. Però non pensate che non abbia letto anche libri d’amore di Sveva Casati Modigliani o Orgoglio e pregiudizio, o i poeti maledetti o Simone de Bouvoire, o Shakespeare o altro tanto ancora. Non riesco a prediligere uno all’altra, ognuno lascia qualcosa dentro di me. Posso dire che se un libro non riesce a prendermi entro le prime quaranta pagine e difficile che lo finisca.
Nel tuo curriculum artistico tra l’altro leggo che hai fatto la burattinaia, l’attrice di teatro di strada e la comparsa per la pubblicità cinematografica, c’e ne vuoi parlare?
Un periodo bellissimo della mia vita. Intanto ero giovane e questo dice tutto dell’entusiasmo che mi animava. Ad ogni modo già da ragazzina avevo partecipato ad alcune pubblicità ( Dash con Mike Buongiorno) pro palestre nelle quali praticavo le arti marziali e da lì il fatto di essere fotogenica e telegenica ha giocato in mio favore così che l’agenzia che aveva le mie foto e il mio curriculum mi chiamava sia per fare la comparsa (cinema per Ferrarelle) che per qualche apparizione nei fotoromanzi (Grand Hotel). Chiaramente incontravo tante persone ed è stato così che casualmente ho conosciuto la famiglia De Velo un gruppo artistico storico di teatranti. Loro mi hanno iniziata al teatro e visto che allora esisteva veramente il concetto di collaborazione e mutuo soccorso avendo Otello Sarzi, forse il più grande burattinaio che sia esistito in Italia, necessità di sostituire un suo burattinaio per il Festival di Venezia ecco che la compagnia teatrale mi ha mandata da lui. Venezia è stato un debutto importante e poi mi sono aggregata per le tournée nelle scuole in giro per l’Italia. Costruire e movimentare, un modo diverso di raccontare. Bellissimo!
Scrivi canzoni per le performance che presenti in vari teatri e bistrot, c’e ne vuoi parlare?
Scrivere canzoncine era una cosa che facevo per i villaggi vacanze ma poi è diventata un’altra passione. Certo che trovare chi le potesse musicare non era facile. Così le cantavo a cappella poi, per magia, è comparso nella mia vita un cantautore che non solo si è dedicato a musicarle ma ha dato loro quella metrica necessaria affinché potessero definirsi “canzoni” e con lui abbiamo creato performance dove i brani dei suoi cd, le parole dei miei libri e quelle delle mie canzoni si sono mescolate per dare al pubblico la possibilità di un sempre diverso viaggio emozionale. Giorgio Angelo Cazzola in arte Tabaccobruciato è il nome di questo paziente compagno di avventure artistiche.
Passato un decennio, arrivata ai miei primi 60 anni ho pensato che fosse finalmente il momento di riprendersi la strada. Avevo iniziato con il teatro di strada da ragazza e mai disdegnato la presenza a mercatini e sagre quindi perché non spogliarsi un’altra volta di tutte le sovrastrutture di una falsa notorietà? E le voilà ecco che arriva Ratatouille, questo personaggio un po’ pasticcione che gioca con le parole, che perde i suoi fogli nel vento e che abbraccia le persone. Sono felice di questa mio avatar.
(ride)
Nel 2015 hai fondato l’associazione “Caligari & Friends- Academy of Arts”, di cosa si occupa?
L’associazione “Caligari & Friends – Academy of Arts” è il mio parto più impegnativo e quello che mi mancava per chiudere il cerchio. Anni di fatiche per arrivare a produrre, rappresentare, guadagnare visibilità, anni condivisi con tanti artisti, bravi artisti divenuti amici. Anni che mi hanno mostrato un paese pietrificato nei suoi meccanismi e che non da opportunità a chi non si sa vendere l’anima, la penna. Per loro, per l’arte, la musica, la pittura, lo scrivere, per la poesia che circonda il nostro mondo, per gli spiriti puri nasce l’ associazione e porta il mio nome perché ne voglio essere garante e i Friends sono e saranno gli amici veri quelli per i quali e con i quali lottare per rendere il mondo artistico un mondo migliore. Qualcuno mi chiama Don Chisciotte… chi era?
(ride)
Del presente credo si sia già compreso nella precedente risposta. Per il futuro… ci vorrebbero tanti Friends per averne speranza. Quello che mi sento di dire è: Cari colleghi artisti e scrittori, trattenetevi dal pubblicare tutto quello che vi passa per la testa sui social, scrivete il vostro post e rileggetelo 10 volte poi… cancellatelo! Beghe e beghette lasciatele alle servette! Mi rattrista scoprire che ci sono tante invidie e proprio fra che si dovrebbe prender per mano… Vi consiglio di leggere la mia poesia “A tutti gli artisti” contenuta nella silloge “Lanù del mare” e poi potremmo iniziare a parlare di futuro culturale nel nostro paese.
Fra quelli a disposizione oggi, quale metodo pensi sia preferibile per pubblicare un libro?
Sarebbe preferibile essere pubblicati dalla grande editoria! Ma… ci sono troppi ma, se, forse, anni d’attesa perché si possa essere considerati. Un certo vaglio ci vuole d’accordo ma… poi vediamo titoli con troppe “Sfumature”. Seriamente, ci sono case editrici di media editoria molto corrette e che non chiedono soldi, altro argomento veramente imbarazzate: se vuoi investire su un autore al quale poi riserverai una miseria di percentuale di diritti, cribbio almeno fallo onestamente oppure di NO! Personalmente per quello che riguarda la pubblicazione della poesia e dei racconti che in Italia sembra impossibile possa avvenire senza dover sborsare dei soldi oppure che tu non sia morto e che almeno un tot di tuoi romanzi abbiano scalato le classifiche rimanendo ai primi posti per millenni… direi che per questi generi si può pensare a dei self- publishing Un consiglio: fate leggere a qualcuno del settore prima di pubblicare, anche un self deve essere dignitoso, anzi di più!
Io utilizzo un portale americano collegato alla più grande distribuzione che ci sia in questo momento sul mercato. Ci siamo capiti.
So che stai già scrivendo il tuo prossimo libro, pensi a nuove tecniche di marketing promozionali, nel caso c’e ne vuoi parlare?
Si lo ammetto. Mea culpa! Il fatto terrificante è che avrei già pronta una nuova silloge e che proprio in questi giorni si sta lavorando ai bozzetti per le immagini del libro scritto “di zampa” dalla mia micina che mi ha lasciata lo scorso marzo. Questo libricino sarà per raccogliere fondi per i mici meno fortunati. A volte mi chiedo: ma qualcuno prima o poi farà una raccolta per me? Lo spero visto che dopo aver dedicata la vita all’arte e alla vita stessa dovrò vivere di assegno sociale!
No comment altrimenti finiamo nella politica…
(una smorfia che dice tutto)
Mi diceva delle nuove tecniche? Si ma non ve le racconto ora… scaramanzia o solo prudenza.
(ci strizza l’occhio)
Programmi per il futuro e sogni nel cassetto?
Dunque… il DVD “Maree” già in distribuzione meriterà di essere presentato visto che la sua realizzazione ci ha impegnato molto ma che è rimasto, per così dire, nel cassetto a causa di tanti e troppi impegni miei,di Tabaccobruciato e di Nicola Picca e poi, dei miei sogni ce ne sono ancora due da realizzare: incidere un CD e che il soggetto di un mio romanzo diventi un FILM
Insomma i sogni non ce li può rubare nessuno e nessuno ci vieta di sognare in grande!!!
(… ride )
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