Osservando, per caso, un dibattitto

Domenicale ● Agostino Pietrasanta 
Giovedì sera 15 giugno ero presente, nella sede di “Cultura e Sviluppo” al confronto “faccia faccia” tra i due candidati alla carica di sindaco della città: ovviamente quelli che il risultato elettorale ha destinato al ballottaggio del 25 giugno prossimo. Sui contenuti e sugli argomenti trattati, altri ben più autorevolmente ha dato notizia e conto analitici ed esaustivi. Dirò solo delle mie impressioni. Sala e paraggi affollatissimi, tenuti in tema da un cortese quanto deciso moderatore e grazie a tentativi di disponibilità al dialogo dei due interventori cui auguriamo un sincero “in bocca al lupo”.
Dirò dei candidati e del pubblico; ovviamente però i due corni del ragionamento inevitabilmente si troveranno ad incrociarsi e talora ad ingarbugliarsi, purtroppo lasciando desiderare, in quanto ad esito e risultato.
La questione che ha percorso, prevalentemente sotto traccia, ma talora esplicitamente, il vario ragionare è stata il dissesto; non tanto per insistenze da parte dei due protagonisti, quanto per le reazioni del pubblico presente in sala; ovviamente diviso in due consorterie, quella favorevole al sindaco uscente e quella fieramente avversa alla sua rielezione. Ora, che il dissesto sia stato artificiosamente formalizzato sembra difficilmente sostenibile; dopo dichiarazioni esplicite della magistratura contabile e dopo alcune condanne, soprattutto in sede civile, certe insistenze che ne vorrebbero negare la reale portata resta almeno singolare a qualsiasi valutazione di buon senso. Resta inteso che il buon senso non sempre si identifica col senso comune. Eppure non appena appariva sotto traccia il riferimento all’evento disastroso, imputato alla giunta Fabbio, da una parte si rumoreggiava e dall’altra si applaudiva non senza polemica intenzione: per fortuna con valorosa resistenza del moderatore.

Ciò detto però, mi sarei aspettato dai due protagonisti, sia (e da una parte) un’ammissione esplicita dell’evento, sia e contestualmente una risposta di carattere costruttivo. Il sindaco uscente non si offenda, ma mi avrebbe convinto di più se, confrontandosi con l’avversario, dopo aver precisato che la mancanza di molti interventi di ordinaria amministrazione sono da imputare agli effetti di una condizione finanziaria disastrosa, esiste ora, ad emergenza superata, un programma preciso d’intervento; in questo caso sarebbe stato più credibile il richiamo alle (poche) cose già fatte. E’ vero che pochi minuti non permettono discorsi completi, ma un’indicazione di piano e di programma concreto trova sempre le pieghe del tempo disponibile per un adeguato convincimento; una capagna elettorale impone un minimo di rendiconto agli elettori.
Una seconda questione emersa attiene il taglio del confronto. I due protagonisti hanno scelto, per fortuna con atteggiamento di rispetto personale, lo scontro su ciò che non hanno fatto i vari amministratori avversari che si sono succeduti nel corso delle “legislature”. Sempre ovviamente scatenando la canea delle fazioni avverse: rumori ed applausi a gogò, segno probabile, per non dire evidente, che ben pochi erano presenti per conoscere i problemi della città, ben pochi volevano capire per scegliere, ma molti (eufemismo) erano presenti per guardare in faccia con speranza di rovinosa caduta, l’avversario più caro.
Ed infine un’annotazione che riguarda solo il pubblico intervenuto. Chi frequenta, sia pure senza continuità le serate promosse da “Cultura e Sviluppo” avrà preso atto della composizione del tutto anomala dei gruppi presenti, rispetto a quelli solitamente assidui: quelli cioè che privilegiano il contenuto dei problemi ai confronti elettorali, ridotti a scontro; e ciò non tanto per cattiva volontà dei protagonisti, quanto per disposizioni d’animo degli ascoltatori. Tuttavia va resa giustizia a coloro che sono rimasti in sala, se non altro per rumoreggiare; tale sorta di “onore delle armi” non mi sembra di doverla riconoscere a quelli che nei corridoi e nelle ombre dei paraggi si sono limitati a tentare vantaggi elettorali di propaganda spicciola del tutta avulsa da un qualsiasi interesse alle cose di cui la città ha bisogno.
Ovviamente tengo per me l’intenzione di voto; non già per la scelta del candidato sindaco, ma per la valutazione da dare allo svolgimento della serata e al relativo confronto.

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