AL CHIARO DI LUNA, Cesare Bocci
AL CHIARO DI LUNA, Cesare Bocci
AL CHIARO DI LUNA
Entro e chiudo la porta
dietro di me.
Neppure accendo la luce.
Mi giovo della Luna piena che,
mentre culla i tetti di Valleriana,
dona trapezi di luce pallida
sulla mia graniglia.
Mi spoglio di ogni veste.
Plano come piuma nel letto
aspetto
a coprirmi
di aver scoperto lei.
Anche stanotte
mi sento Linvingston
in cerca del mio Nilo.
Libera di inventarti.
È vuotato, il guanciale.
Immagino che
abbia portato la tua testa
vicino alla finestra.
Un oblò di luce lunare
mi aiuta:
penetrato in camera
sta dando lustro alla tua bocca,
alle tue labbra carnose,
semisocchiuse.
Mi avverti vicino.
I tuoi denti si distanziano,
per accogliermi riapparso.
Risalendo
incontro sul collo
i capelli ornati di seta.
Delicata come dei seni
la tua pelle.
Ogni volta
disseti la brama
del mio trovarti,
misuri la mia carne,
diffondi aromi
per la mia mente.
Libera di inventarti.
cesare bocci
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