Plizzari: "Felice, sono quasi uomo. Ma ho preso... tanti schiaffi"
Il 17enne
milanista dopo il Mondiale U20 e i due rigori parati all'Uruguay: "Ora sto
crescendo, pure con gli scherzi". Futuro? "Non so, non voglio
parlarne. Per me la cosa giusta è solo allenarmi con continuità"
Il bello dei 17 anni è che cambi vita, dimensioni,
prospettive in un mese. Alessandro Plizzari a inizio maggio era il secondo
portiere dell'Italia Under 19. Poi è stato convocato al Mondiale U20, ha
giocato la finale per il terzo posto, ha parato due rigori con l'Uruguay.
Alessandro ride - si sente anche al telefono, è contento come pochi - ma ha la
freddezza per vedere tutto in prospettiva. Di guardare la sua vita, non il suo
Mondiale.
Il
Mondiale è finito. Che cosa resta di questo mese?
"La crescita come uomo e persona. Ho imparato
che servono concentrazione e carisma, serve un uomo sia in campo sia fuori, con
l'umiltà e il resto".
Come
se il calcio non fosse più un gioco ma un lavoro?
"Sì, più o meno. Prima lo vedevo più come un
gioco, ora è... qualcosa per un uomo. Ho 17 anni, magari non sono ancora uomo
ma lo sto diventando. Voglio arrivarci con i tempi giusti, con serietà".
Un
anno fa il Mondiale U20 che cos'era? Un pensiero lontano?
"Nemmeno. Non era neanche nell'anticamera del
cervello. Appena l'ho saputo, ho chiamato mio papà: lui mi accompagna in
tutto".
Avevate
qualche dubbio?
"Mi facevo domande normali, mi chiedevo:
"Sarò a questo livello?". Però non avevo paura né presunzione, solo
voglia di provare".
Com'è
stato giocare con ragazzi di tre anni più grandi?
"Io sono un 2000, alcuni compagni del '97, ma
ringrazio Evani, mi sono trovato benissimo. Giusto qualche scherzetto...".
Scherzetto?
"Facciamo una gara di palleggio a un tocco, ci
mettiamo in cerchio e dobbiamo toccare la palla una volta: chi fa tre errori
prende schiaffi da tutti. Ecco, io ne prendevo più degli altri".
Scegliamo
due giocatori visti al Mondiale con un grande futuro.
"A me sono piaciuti De La Cruz e Bentancur
dell'Uruguay. Bentancur è già della Juve, mi ha colpito per tecnica e velocità
di pensiero. A volte ti mette una palla nel posto giusto senza guardare. De La
Cruz è meno conosciuto ma è intelligente, sa trovare la giocata giusta".
A
proposito, seguito il mercato?
"Niente. Volevo godermi l'esperienza, capita
poche volte".
Idee
per il futuro?
"Non so, non voglio parlarne. Per me la cosa
giusta è solo allenarmi con continuità".
Ok,
meglio i rigori parati. Solo istinto?
"No, con Mareggini e Bordin, il preparatore dei
portieri e il video analista, avevo studiato. È stato bellissimo. Mi sento
diverso, più felice".
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