SCORRE LA NOTTE, Vittorio Zingone


SCORRE LA NOTTE
Scorre la notte al tacito chiarore delle stelle,
nel cuore di bellezze e di fragranze
ora che primavera baldanzosa avanza,
o quando l'inverno dove e come può
affonda i propri algenti denti
o è l'autunno ad affilar coltelli
o a chiudere ogni cosa in dense nebbie.
Scorrono taciti o pur sonori i giorni
nel cuore silenzioso di ben protette stanze,
tra tepori di termosifoni, caminetti,
tra le ardenti vampe che percorrono i lontani cieli,
affollano le spiagge di stuoie od ombrelloni,
su corpi stesi su infuocate sabbie
o gettati tra le acque calme, le furibonde onde,
tra avanzare e ritrarsi di crudeli nebbie,
tra dondolar di foglie o nuovo verde,
nuove bellezze, nuovissime fragranze.

Scorre la vita come fiumi al mare,
come infuriar di venti tra le selve,
come brezze su prati o su giardini umani,
come nuvole in cieli d'ogni tempo,
come sospiri che seguono una donna
quando t'ha preso senza scampo il cuore,
t'ha dolcemente chiuso in cerchio suo d'amore.
Scorron le notti, i giorni pure scorrono,
ma scorre la vita su ogni altro scorrere
verso mete di gioia o di dolore,
verso le calde o fredde braccia della morte,
verso altri cieli ed altri mondi
senza darti facoltà d'acconsentire o fare rimostranze,
indifferente alla paura di non abitare più
sperimentati ambienti,
allo stato di grazia o di perdizione eterna,
foglia che lascia il ramo e va distante,
in straniere contrade, tra ignote tenebre,
o luminosità troppo abbaglianti.



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