Associazione IDEA onlus: "Il Borsalino a pieno regime è la nostra nuova sfida"
by Maria Luisa Pirrone
Alessandria: A dicembre saranno trascorsi 11 anni dall'apertura
del Centro Polifunzionale Riabilitativo Teresio Borsalino di piazzale
Ravazzoni, specializzato nelle riabilitazioni di II e III livello afferenti a
lesioni midollari, cerebrolesioni e traumi cranici gravi, nonchè alla sfera
ortopedica, neorologica e cardio-respiratoria.
Un punto di riferimento fondamentale per i 600 mila
cittadini delle province di Alessandria ed Asti, che nel corso degli anni ha
creato, oltre a tanti nuovi posti di lavoro, anche un notevole indotto
economico grazie alle centinaia di pazienti e famiglie provenienti da fuori
provincia e regione.
Fiore all'occhiello della struttura, oltre alle
cure, sono le attrezzature come la "casa amica" con i migliori
sistemi tecnologici per l'autonomia dei disabili, il giardino sensoriale, la
pista di atletica e la serra.
Nel corso del tempo i 110 posti letto iniziali si
sono gradatamente ridotti a 81, e proprio a questo proposito abbiamo raccolto
l'appello dell'associazione IDEA onlus che è convenzionata con la struttura e
vi svolge attività di volontariato dagli inizi, fornendo informazioni e
assistenza gratuita.
Il presidente Paolo Berta si dice orgoglioso
dell'alto livello di cure e assistenza, ma allo stesso tempo esprime forte
rammarico e preoccupazione per questi tagli direttamente proporzionali ai tagli
del personale: "Il solo numero di abitanti delle due province di
riferimento è sufficiente per avere diritto a un servizio pieno, quindi
chiediamo ai vertici di fare un ulteriore sforzo per riportare il Borsalino al
regime iniziale".
La vicepresidente Nadia Savoldi aggiunge che
"un'altra criticità è il pagamento del ticket: manca uno sportello dove
poterlo effettuare, quindi è necessario passare prima dal Civile. Le distanze
tra le due strutture sono notevoli, i mezzi pubblici scarsi e la maggior parte
delle persone sono disabili. inoltre, la mancanza di personale ha provocato
anche la sospensione di attività collaterali alla riabilitazione come la cucina
e l'orto, fondamentali per esercitare la manualità".
I membri dell'associazione ci ricordano che oggi le
cure vengono fornite solo a disabilità acute o da trauma, mentre sono escluse
patologie invalidanti croniche come la poliomelite o il Parkinson, un tempo
incluse, obbligando ad andare fuori città o regione.
Considerata la centralità della struttura per la
salute e la qualità della vita di molti cittadini, l'associazione auspica un
cambiamento di rotta e uno sforzo congiunto di coloro che hanno il potere di
cambiare qualcosa, dai vertici amministrativi e sanitari dell'Azienda
Ospedaliera all'assessore regionale alla Sanità Saitta.
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