DA UN GIOCO DI SPECCHI, DI STEFANIA PELLEGRINI
Sta lì invitante, tra sorriso e grazia
di tulipani, gialli e rossi,
schiusi oggi in giardino -
Oggi, come alla casa bianca allora.
Sta lì,
da un gioco di specchi,
un niente che accende tutto.
E l’immagine di lei all’infinito,
illuminante,
ripete gaia - sotto,
sopra, incroci di rondini in volo...
profuma di buono…
di dolce sfornato…
di allegro meriggio d’aprile.
Il cielo è terso, azzurro - bianca la luce.
Così fresca e chiara,
rassicurante negli occhi materni,
e sul portico ora,
ove un minuto indugia
sulla gonna di panno lenci verde,
e le scarpette di vernice bianca.
Sento la voce di mio padre -
di mia madre - mite e festosa,
poi… poi più nulla.
Stefania Pellegrini ©
(Inedito 2021 - diritti riservati)
E l’immagine di lei all’infinito,
illuminante,
ripete gaia - sotto,
sopra, incroci di rondini in volo...
profuma di buono…
di dolce sfornato…
di allegro meriggio d’aprile.
Il cielo è terso, azzurro - bianca la luce.
Così fresca e chiara,
rassicurante negli occhi materni,
e sul portico ora,
ove un minuto indugia
sulla gonna di panno lenci verde,
e le scarpette di vernice bianca.
Sento la voce di mio padre -
di mia madre - mite e festosa,
poi… poi più nulla.
Stefania Pellegrini ©
(Inedito 2021 - diritti riservati)
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