Italiani, brava gente?
Italiani, brava gente?
Non la pensa così lo storico Angelo Del Boca che ripercorre la storia nazionale dall’unità a oggi e compone una sorta di “libro nero” degli italiani, denunciando gli episodi più gravi, in gran parte poco noti o volutamente e testardamente taciuti e rimossi. Si va dalle ingiustificate stragi compiute durante la cosiddetta “guerra al brigantaggio” alla costruzione in Eritrea di un odioso universo carcerario. Dai massacri compiuti in Cina nella campagna contro i boxer alle deportazioni e agli eccidi in Libia a partire dal 1911. Dai centomila prigionieri italiani lasciati morire di fame in Austria, durante la Grande Guerra, al genocidio del popolo cirenaico fino alle bonifiche etniche sperimentate nei Balcani. (ibs.it)
Criticare e pontificare, lo sport preferito degli italiani
di Pier Carlo Lava
Alessandria: Siamo un popolo di Poeti, Artisti, Eroi, Santi, Pensatori, Scienziati, Navigatori e Trasmigratori.
E’ questa l’iscrizione che si trova sulle quattro facciate del Palazzo della Civiltà del Lavoro, il Colosseo Quadrato, che si trova a Roma, nel quartiere EUR.
Ma forse sarebbe opportuno aggiornarla, dato che almeno negli ultimi decenni siamo sopratutto diventati un popolo di critici spietati e tuttologi.
E’ questo infatti lo sport preferito degli italiani, che prima lo praticavano con un certo successo nei bar, dalle metropoli ai piccoli paesi di provincia, ma con risultati ed effetti locali e tutto sommato contenuti.
Non la pensa così lo storico Angelo Del Boca che ripercorre la storia nazionale dall’unità a oggi e compone una sorta di “libro nero” degli italiani, denunciando gli episodi più gravi, in gran parte poco noti o volutamente e testardamente taciuti e rimossi. Si va dalle ingiustificate stragi compiute durante la cosiddetta “guerra al brigantaggio” alla costruzione in Eritrea di un odioso universo carcerario. Dai massacri compiuti in Cina nella campagna contro i boxer alle deportazioni e agli eccidi in Libia a partire dal 1911. Dai centomila prigionieri italiani lasciati morire di fame in Austria, durante la Grande Guerra, al genocidio del popolo cirenaico fino alle bonifiche etniche sperimentate nei Balcani. (ibs.it)
Criticare e pontificare, lo sport preferito degli italiani
di Pier Carlo Lava
Alessandria: Siamo un popolo di Poeti, Artisti, Eroi, Santi, Pensatori, Scienziati, Navigatori e Trasmigratori.
E’ questa l’iscrizione che si trova sulle quattro facciate del Palazzo della Civiltà del Lavoro, il Colosseo Quadrato, che si trova a Roma, nel quartiere EUR.
Ma forse sarebbe opportuno aggiornarla, dato che almeno negli ultimi decenni siamo sopratutto diventati un popolo di critici spietati e tuttologi.
E’ questo infatti lo sport preferito degli italiani, che prima lo praticavano con un certo successo nei bar, dalle metropoli ai piccoli paesi di provincia, ma con risultati ed effetti locali e tutto sommato contenuti.
Ora però con l’avvento dei social la crescita è stata esponenziale, in real time e con effetti moltiplicati all’ennesima potenza, a livello locale, nazionale e internazionale.
La mancanza di controlli o quasi, come si evince prima dalle fake news e poi recentemente anche dalla questione facebook, fattori che hanno inciso in modo considerevole sulle elezioni negli Stati Uniti e non solo, agevolano i critici a tutto campo, i propagatori di false notizie e i tuttologi che continuano a pontificare, incuranti dei danni a volte anche gravi che procurano alle persone e alla società.
La cronaca ci riporta sovente fatti anche gravi a seguito del bullismo online, che si è aggiunto a quello praticato da sempre a scuola e per le strade delle nostre città, anche in questo caso con le relative conseguenze per i più deboli, che nell’attuale società sono chiamati a pagarne il conto.
Pertanto prima che si perda completamento il controllo della situazione, occorre istituire regole precise, ma sopratutto controlli e pene severe, per chi pubblicando fake news e praticando il bullismo online, procura danni a volte irreparabili, con la massima disinvoltura, come se a loro (i furbetti del quartiere) tutto fosse permesso, incuranti di quelle che succede al prossimo.
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