Marengo hub e Lovassina beach, di Dario Fornaro
Marengo hub e Lovassina beach, di Dario Fornaro
Qui Alessandria ● Dario Fornaro https://appuntialessandrini.wordpress.com/2019/11/30/marengo-hub-e-lovassina-beach/
Alessandria: Mentre Spinetta andava a bagno per la terza volta in due settimane (grazie all’acqua eruttata dalle caditoie e pertugi vari del rio Lovassina, a suo tempo imprudentemente intubato) pochi ricordavano, specie tra i molti ben diversamente impegnati a ributtare le acque e a recuperare i locali, che proprio in questa fine d’anno avrebbero dovuto partire i lavori per un certo “progetto Spinetta”, lanciato con i dovuti clamori nel 2016: tempi di centrosinistra tosto rifluiti nell’attuale centrodestra.
Si trattava – e forse si tratta ancora, non essendo formalmente tramontato – del famoso “Marengo hub” consistente in 6-7 interventi, tra il Capoluogo e Spinetta, intitolati colletivamente ad una super “pista ciclopedonale con passerella sul Bormida”, destinata a condurre sportivi, e visitatori in frotta, al napoleonico Castel Marengo, centro di sempre vivaci ambizioni turistiche.
Per il sullodato progetto Spinetta – e nell’ambito del “bando periferie” impiantato, in evidente ottica elettorale, dalla legge di stabilità 2016 (L.208/2015) – il finanziamento complessivo ammonterebbe a 17,69 milioni di euro, dei quali 7,5 (pari a 15 mld. di vecchie lire) dedicati alla mega-fanta-pista.
Che da un anno e mezzo di questo progetto e di questi quattrini si siano perse tracce evidenti, parrebbe ad un tempo disdetta, ma anche fortuna, visto che gli alluvionati di queste settimane, spinettesi e dintorni, non hanno almeno il cruccio supplementare di vedere come si disperdono certi fondi pubblici rispetto alle necessità reali e impellenti del territorio.
Esaurita la modica quantità di ironia che trasuda dal confronto a distanza tra i due soggetti (hub e beach), eterogenei ma politicamente rivelatori, resta la sensazione che il radicale intervento sul Lovassina (deviazione, scolmatore, laminazione..) auspicato a gran voce nei momenti di “acqua alta”, sia destinato a re-invischiarsi nei tempi lunghi delle opere pubbliche. Per diversi motivi.
A cominciare dal fatto che proposte fantasmagoriche tipo, appunto, il “progetto Spinetta” con tanto di pista e passerella sul fiume, portano consensi d’opinione e speranze di voti mentre lavori di molta necessità, ma poco fascino, non scaldano gli animi della “politica politicante”, quando addirittura non evocano dissensi attuativi in sede esecutiva (vedi finanziamenti, appalti, tempi, tracciati, espropri etc.), ostici per solito al buon ritorno elettorale.
Il breve ma succoso articolo della “Stampa” del 27.11 sui preliminari dell’intervento Lovassina, fermi al 2014, sembra intonato alla stessa preoccupazione.
Se aggiungiamo, infine, la drammatica conta dei danni e delle richieste d’intervento urgente, che questo “novembre nero” ligure-piemontese sta indirizzando alle pubbliche finanze, le probabilità che si possa mettere mano al Lovassina dopo l’ennesimo “stravacco”, tornano ad occultarsi nelle nebbie del futuro.
Pronti per un’altra ideona sostitutiva?
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