Vivisezione: La Spezia, mozione sulla Direttiva 86/609 CEE
COMUNE DELLA SPEZIA SEGRETERIA GENERALE PRESIDENZA CONSIGLIO COMUNALE
59/2011 – MOZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE COMUNALE ROBERTO LUCIANO MASIA – GRUPPO CONSILIARE PER LA SINISTRA COMUNISTI ITALIANI; DISCUSSA NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 31 GENNAIO 2011 E EMENDATA DAI CONSIGLIERI COMUNALI: DELFINO MARCELLO - GRUPPO CONSILIARE PARTITO DEMOCRATICO, MASIA ROBERTO LUCIANO – GRUPPO CONSILIARE PER LA SINISTRA COMUNISTI ITALIANI; APPROVATA CON IL SEGUENTE RISULTATO:
PRESENTI 26 – VOTANTI 26 - FAVOREVOLI 26 – CONTRARI 0 - ASTENUTI 0.
OGGETTO : IN MERITO ALLA RECENTE APPROVAZIONE DELLA DIRETTIVA 86/609/CEE COMUNITÀ EUROPEA SULLA VIVISEZIONE.
PREMESSO
che è in vigore dal 1991 la Convenzione europea sulla protezione degli animali vertebrati utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici, mediante la quale la Comunità ha riconosciuto l’importanza a livello internazionale della tutela e del benessere degli animali usati a scopi scientifici;che la prima proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 86/609/CEE del 5/11/2008 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, strumento di attuazione della Convenzione di cui sopra, intendeva incoraggiare lo sviluppo di alternative alla sperimentazione animale, mantenendo un equilibrio tra due aspetti: da un lato la promozione della ricerca e della competitività europea e, dall’altro, il rispetto del benessere animale;che l'armonizzazione auspicata dalla stessa proposta di Direttiva avrebbe dovuto garantire che il numero degli animali utilizzati fosse ridotto a
l minimo, che gli animali fossero adeguatamente trattati, che non fossero inflitti senza necessità dolore, sofferenza, angoscia o danni durevoli e, qualora non evitabili, vi fosse garanzia di ridurli al minimo evitando inoltre inutili ripetizioni di esperimenti;che nel testo della proposta indicata tra i punti principali supportati vi erano: la tutela di specie finora non incluse nella applicazione della legislazione, quali invertebrati e forme embrionali e fetali, l’adozione di misure fortemente restrittive per l’allevamento e l’utilizzo di primati non umani, una possibilità relativa di ricorso a specie allo stato selvatico, il divieto di utilizzo delle grandi scimmie (scimpanzé, bonobo, gorilla e orangutan), la previsione di specifici livelli di sofferenza, l’autorizzazione per le procedure e i metodi di uccisione, l’implementazione di tali metodi, il divieto di sperimentazioni didattiche con animali vivi e di sperimentazioni belliche, di LD50 e di produzione di vaccini monoclonali per via ascitica, la tutela e il divieto di cattura di specie dichiarate a rischio di estinzione;
PREMESSO ALTRESI':
che il Parlamento Europeo ha approvato in data 8 settembre 2010 il testo finale della sopracitata Direttiva 86/609 CEE, inserendo nella regolamentazione dell’utilizzo degli animali per fini scientifici importanti cambiamenti rispetto al testo originario;che la versione licenziata dal Parlamento della Direttiva 86/609 CEE concede una serie di possibilità non previste nella precedente proposta, tra le quali: riutilizzare più volte lo stesso animale anche in procedure che gli provocano dolore, angoscia e sofferenze (articolo 16); sperimentare su cani e gatti randagi, nel caso non sia possibile raggiungere altrimenti lo scopo della procedura (art.11); eseguire toracotomie, ovvero l’apertura del torace, senza anestesia né analgesici che limitino in alcun modo la sofferenza della cavia lasciando alla libera facoltà dei ricercatori l’eventuale sperimentazione senza anestesia o senza la somministrazione di antidolorifici ad animali sofferenti (articolo 14; costringere animali come cani e primati a isolamento forzato, nuoto forzato o altri esercizi che portano inevitabilmente all’esaurimento e quindi alla morte; utilizzare animali randagi ed animali in via d'estinzione catturati in natura, compresi gorilla e scimpanzé, primati che hanno il 98% di Dna simile all'uomo;
RILEVATO:
che a partire dalla Convenzione del Consiglio d'Europa ETS 123 del 1985 fino al Decreto Legislativo n. 116 del 1992, sono state dettate norme con la finalità di proteggere e garantire gli animali da laboratorio da sofferenze inutili;che il Decreto Legislativo n. 116 del 1992 si caratterizza per la sua impostazione dichiaratamente "protettiva" nei confronti degli animali e in tale ottica esso dovrebbe essere letto e interpretato, a cominciare dall'articolo 3, dal quale si evincono le finalità per cui il legislatore ammette il ricorso alla sperimentazione: lo sviluppo, la produzione e le prove di qualità, di efficacia e di innocuità dei preparati farmaceutici, degli alimenti e di quelle altre sostanze o prodotti che servono per la profilassi, la diagnosi o la cura di malattie, di cattivi stati di salute o di altre anomalie o dei loro effetti sull'uomo, sugli animali o sulle piante; la valutazione, la rilevazione, il controllo o le modificazioni delle condizioni fisiologiche nell'uomo, negli animali o nelle piante; la protezione dell'ambiente naturale nell'interesse della salute e del benessere dell'uomo e degli animali ed infine, il progresso della biologia e della medicina sperimentale;che per quanto riguarda gli animali utilizzabili in procedure sperimentali, si deve far riferimento all'allegato 1 del Decreto che consente l'impiego di specie provenienti da allevamenti autorizzati e soltanto negli stabilimenti utilizzatori autorizzati;
RILEVATO ALTRESÌ:
che la Commissione europea aveva lanciato una consultazione con la partecipazione di 42.000 cittadini europei ottenendo il terzo più alto responso mai avuto, esprimendo la volontà di una maggiore tutela per gli animali utilizzati negli esperimenti (93%) e di un investimento maggiore a livello europeo per lo sviluppo e la validazione di metodi sostitutivi alla sperimentazione animale (79%);che la proposta iniziale della Commissione europea di cui in premssa è stata man mano demolita dalla maggioranza del Parlamento Europeo e dei Governi nazionali (il Consiglio), complice la stessa Commissione di Bruxelles, attraverso l’allargamento delle maglie legislative della ricerca che vuole continuare ad avere pochi vincoli e più libertà d’azione possibile adducendo, subdolamente, la necessità della sperimentazione animale;che l’iter di revisione di questa importantissima legge è iniziato nel 2008 e da allora la Lega Anti Vivisezione, insieme alle Coalizioni europee Eurogroup ed ECEAE, ha lavorato a livello comunitario affinché venissero mantenuti gli articoli positivi e i divieti presentati nel primo testo della Commissione ed ha proposto emendamenti integrativi che tutelassero maggiormente il benessere degli animali da laboratorio, indicendo parallelamente una petizione, le cui 150.000 firme raccolte tra il 2007 e il 2008 sono state consegnate al Sottosegretario alla salute Francesca Martini, che rappresenta l’Italia nel Consiglio dei Ministri europeo;che la Legge 12 ottobre 1993 n.413 “Norme sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale” già dall’ Art.1 prevede la possibilità di esercitare il diritto di obiezione di coscienza: “I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell'esercizio del diritto alle libertà di
pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, si oppongono alla violenza su tutti gli esseri viventi, possono dichiarare la propria obiezione di coscienza ad ogni atto connesso con la sperimentazione animale”;
CONSIDERATO:
che nell'Unione europea vengono utilizzati per le sperimentazioni 12 milioni di animali l'anno; che il testo proposto della Direttiva 86/609 CEE nella sua prima versione del novembre del 2008 era fortemente innovativo rispetto al testo finale recentemente approvato e presentava numerosi punti migliorativi per la tutela e il benessere degli animali da laboratorio; Che purtroppo tale testo nel corso dei mesi è stato modificato attraverso vari passaggi, tutti peggiorativi, rispondendo alle esigenze della lobby vivisettoria la quale ha ben saputo veicolare le scelte politiche per ottenere maggiore libertà e minori restrizioni nel ricorso al modello animale;che da quanto accaduto si evince che, mentre la scienza compie progressi con continui passi in avanti, la civiltà regredisce facendo un ennesimo passo indietro sui diritti degli esseri senzienti non umani con una direttiva pro vivisezione fatta su misura per non recare il minimo disturbo o limite ai vivisettori, non obbligando affatto il vivisettore ad utilizzare nessun tipo di metodo sostitutivo ai test sugli animali neppure laddove esistano e siano paritariamente efficaci;
Il Consiglio Comunale della Spezia, IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE A:
promuovere tutte le iniziative necessarie presso lo Stato italiano e presso la Comunità Europea affinché venga salvaguardato il benessere degli animali vertebrati tutt'ora utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici. Attivarsi affinché lo Stato recepisca nel modo più restrittivo possibile la Direttiva 86/609 CEE;farsi parte attiva, per quanto di sua competenza, e con gli strumenti a sua disposizione, ad impedire nel territorio comunale di La Spezia, l'insediamento dei laboratori e delle aziende pubbliche o private che prevedano l'istallazione di laboratori di vivisezione come stabilito dalla Legge Regionale recentemente approvata;
di intervenire sul territorio affinché vi sia una sempre maggiore ospitalità per il randagismo; di predisporre un programma di formazione nelle scuole cittadine finalizzato ad informare sul significato della lotta per l’abolizione della vivisezione; di trasmettere a tutti i Consigli Comunali della Provincia la presente mozione.
Commenti
Posta un commento
Grazie per il tuo commento torna a trovarci su Alessandria post