…se la pancia vince sul cuore e sulla testa


di Carlo Viscardi
Le ultime esternazioni del miglior giullare di questo scorcio di secolo non mi sono piaciute affatto; e non tanto per le questioni che sollevano ma per la assoluta assenza di futuro che esse esprimono. Esternazioni che sono perfettamente in sintonia con un “Casaleggio pensiero” che da tempo ci preoccupa non poco.
E’ vero! questa classe dirigente (politica, economica, finanziaria… e 'intellettuale') che ha distrutto questo nostro bellissimo paese deve essere posta nelle condizioni di non più nuocere. Ma quando una casa fatiscente deve essere distrutta è necessario sapere 'come' la si ricostruisce, 'cosa' si ricostruisce!
L’alternativa a questa 'casa' da distruggere è un’altra casa che tutti sono chiamati a costruire. E non è certamente sollecitando la 'pancia' del paese che si costruisce qualcosa… tutt'al più si preparano le condizioni perché qualcuno costruisca una caserma e... non un casa!
Nelle esternazioni del giullare non esiste l’ombra di un progetto e questo fa gioco non solo a questa classe dirigente ma a coloro che vedono il nostro paese come terra di conquista. Lo dimostra il fatto che Il governo che questa classe dirigente ha messo insieme nonostante l’ampio 'consenso protestatario' raccolto non ha una rotta perché non sa quale porto deve raggiungere.
I tempi in politica tuttavia sono importanti quanto le idee ed i progetti. Il piano inclinato che questo paese sta percorrendo ad opera di questo irresponsabile gruppo dirigente (politico, finanziario, economico) non ci consente, a mio parere molto tempo.
Le esternazioni di cui parliamo sono l’unica voce che parla alla pancia del paese e per questo pericolosissime.
E’ indispensabile tornare alla politica con idee forza per la soluzione dei problemi del paese
E’ nostra ferma convinzione che sia più che mai necessario, per vincere la sfida che abbiamo di fronte, un po’ di utopia e di follia che parli al cuore e alla testa dei cittadini.
Occorre declinare in chiave moderna ciò che la 'modernità' ci ha consegnato: le parole uguaglianza, libertà, fraternità.
In primis come si superano le diseguaglianze? con quali strumenti, istituzioni, aggregazioni politiche?
Occorre ridefinire quindi una politica di cambiamento o, se preferite, riscrivere la Democrazia.
Ma se sul 'fare' abbiamo forse le idee chiare è sul 'come fare' che ci sentiamo incapaci, quasi impotenti. Prima di tutto dobbiamo iscrivere nella nostra agenda politica l’assoluta 'trasgressione della topografia politica' che si pone dinnanzi a noi ed in secondo luogo rivolgersi ai problemi.
Chiedersi cos’è l’Europa, cosa è 'nazione', come si affronta la globalizzazione in questo mondo multidimensionale.
La nostra formazione parte dai valori ma in politica oggi i valori sono i buoni progetti; politica è cercare soluzioni praticabili e compatibili per la gente.
Dobbiamo essere coerenti: dobbiamo costruire un progetto coerente. Non dobbiamo quindi nasconderci dietro simulacri che sono ormai rifugio di apparati che non hanno nulla più da dire. E come dice un nostro caro amico filosofo 'essere' è 'Fare': io sono quel che faccio mentre il “faccio perché sono” è la radice dei totalitarismi.
Questo quindi richiede un think tank sulla decisione politica che sia in grado di esprimere iniziativa politica anche di tipo movimentista nel paese.
La formazione di un partito viene dopo, viene quando c’è un comune sentire di tantissime persone sulla questione fondamentale (la rappresentanza) che si può riassumere nel conflitto”tra chi ha il potere e chi invece non ce l’ha” e non dalla decisione leaderistica che ci ha traviato in tutti questi anni. Perdonate il nostro spirito 'sessantottino' ma i leader politici, pur espressione di élite nascono dalla 'lotta' e non nei 'salotti buoni'.
Il lavoro quindi che si deve lanciare da subito è una idea forza e un “lavoro in divenire” per costruire la presenza articolata sul territorio di un soggetto politico “alternativo” (lo scopo è quello di farne uno spazio di discussione, formazione e ricerca sui grandi temi di riforma e trasformazione del paese).
Un soggetto politico del quale proprio un think tank qualificato assuma la Direzione Politica Vera .
Oggi siamo in emergenza, in emergenza democratica e questo è ciò che i cittadini percepiscono. Per cui, o siamo in grado di proporre loro una “ALTERNATIVA DI SISTEMA” o non siamo credibili come non lo sono le attuali rappresentanze sociali ed economiche e le stesse rappresentanze politiche.

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