Come andranno le prossime elezioni politiche?

(di Gianni Pardo - http://www.affaritaliani.it) - In sé, la politica è materia estremamente complessa. Per comprenderla, a parte le ovvie nozioni riguardanti le diverse dottrine,  si richiedono approfondite conoscenze di storia, d’economia, di geografia, di sociologia e non guasterebbero certo nozioni di psicologia delle folle e di scienze della comunicazione. Non si finirebbe mai. E tuttavia, proprio all’opposto, di che cosa è fatta la politica, nella percezione della gente? Di ben poche cose. Al livello intellettuale, bastano le ipersemplificazioni. Il comunismo? “Espropriamo i ricchi”. I politici? “Tutti ladri”. Al livello emotivo si vive poi di dogmi e d’impressioni. De Gaulle, essendo sostenuto da quasi tutti i francesi, era un dittatore e Reagan, essendo un attore, non poteva essere una persona seria. Nella vita quotidiana, se un politico è accusato, “qualcosa di male avrà pur fatto”. Anche perché, malgrado ogni smentita della realtà, la gente pensa che tutti i magistrati siano onesti e competenti; inclusi i pubblici ministeri a caccia di notorietà.  Tutta una serie di convinzioni, tanto irremovibili quanto scollegate
dalla realtà. Una signora colta e sensibile arrivò a detestare Berlusconi perché fra l’altro “aveva occhi di serpente”. Chissà, un effetto collaterale dell’uveite.
Il fatto che le ipersemplificazioni emotive siano obbrobriose, in politica, non consente lo stesso di trascurarle. Infatti è in base ad esse che molti votano. Alcuni stabilmente, altri perché, magari incerti fino all’ultimo, è in base ad esse che scelgono, guardando i simboli sulla scheda nella cabina elettorale. Chi nel 2013 era in collera con l’establishment, avrebbe voluto gridare: “Siete dei disonesti e vi vorrei mandare tutti a casa!” e grazie al Cielo ha trovato un partito che aveva proprio quel programma,  addirittura ridotto ad una sola parola: “Vaffanculo!”. Naturalmente nemmeno un politologo professionale avrebbe saputo dire che cosa avrebbe fatto in Parlamento il Movimento 5 Stelle. Ma in realtà di un programma non aveva bisogno. Il suo vero valore era condensato in quell’ imperativo perentorio. Il comunismo nasce da una teoria filosofico-politica che, pur essendo tutta sbagliata, ha i suoi quarti di nobiltà. Il M5S ha dimostrato che le teorie politiche possono essere pure perdite di tempo.
Ragionando a questi livelli epidermici – sempre che si possa parlare di “ragionare” – ci si può chiedere quale atteggiamento potrebbe avere un elettore del centrodestra, se attualmente ci fossero le elezioni. Una volta si votava per Berlusconi contro i comunisti, ma questi che una volta avevano il “sol dell’avvenire” ora hanno il “sole che tramonta”. Non soltanto sono lontani dal potere, ma Matteo Renzi ha esautorato quelli che nel Pd accarezzavano vecchi ideali e vecchie ricette.
Abbiamo al governo un partito socialdemocratico unipersonale che, senza tenere conto di teorie preconcette, tende ad unificare sotto di sé l’intero Paese. L’ipersemplificatore dice: “Renzi sta tentando di riformare il Paese, forse non ce la farà ma almeno ci prova”. Ma il vento cambierà  bruscamente se questa benevola attesa temerà d’essere delusa. Infatti questo successo fatto di vanterie quotidiane potrebbe sgonfiarsi.
L’elettore di centrodestra oggi non si trova più a votare “contro” ma “per”. Per “il meno peggio”: ma qual è? Prima, anche a non essere particolarmente convinto delle capacità di un partito come “Forza Italia”, sapeva che il suo voto andava al più forte partito anti-sinistra. Oggi la prima sensazione del votante di centrodestra è che Berlusconi è in perdita di velocità. Cosa gravissima. Chi appare vincente probabilmente vincerà, anche se non c’è una vera ragione perché vinca; e chi appare perdente probabilmente perderà, quand’anche avesse ottime ragioni per vincere. Purtroppo il vecchio leader appare stanco, ininfluente, e perfino abbandonato da tanti vecchi amici. Per la prima volta il voto dato a lui rischia di essere un voto sprecato.
Per chi votare, allora? Per Salvini, il cui messaggio è sostanzialmente inaudibile a sud della Toscana e consiste comunque in un “Vaffanculo” detto diversamente? Né più senso avrebbe votare per partitini come Fratelli d’Italia o partiti di cartapesta come il Nuovo Centro Destra, percepito soltanto come la ruota di scorta (a perdere) del Pd.
Interessante è pure porsi il problema di come andrà un eventuale ballottaggio Pd-M5S. Tutto dipenderà da come sarà percepito il secondo. Se lo si reputerà una soluzione possibile, perfino l’elettore di centrodestra potrebbe votarlo e metterlo alla prova (ahinoi). Se lo si reputerà un pericolo, molti potrebbero votare per il Pd, dando così alla sinistra l’intera responsabilità del Paese e con essa la possibilità di effettuare sul corpo in agonia di un’Italia visceralmente statalista gli esperimenti che il dottor Frankenstein effettuò su quel cadavere che poi divenne “il mostro”.
Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it







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