Debutta “Questo nostro amore ’70”, dietro le quinte della fiction dai super ascolti
Al via il 28 ottobre il secondo ciclo in prima serata su RaiUno: protagonisti Anna Valle e Neri Marcoré, regista è l’alessandrino Luca Ribuoli. Si racconta con toni leggeri la storia di una famiglia nell’Italia degli Anni 70: riprese a Torino e in altri luoghi del Piemonte
BRUNELLO VESCOVI ALESSANDRIA
«Questo nostro amore» riparte in prima serata su Raiuno (stasera, 21,15), forte del successo di 6 milioni di spettatori e del 25% di share della prima edizione. Questa volta il regista, l’alessandrino Luca Ribuoli, non ha previsto riprese in provincia, mentre nel primo ciclo aveva camuffato Ovada da riviera ligure e da paesino siciliano. E a Lerma il Piota era stato fatto passare per un torrente del Torinese. Ribuoli è sempre legato ad Alessandria, dove è nato e ha vissuto per
diverso tempo. Ha gestito un negozio di dischi ed è stato anche bassista dei gruppi Il Cielo sopra Berlino e Mabuse.
Nel primo ciclo della fiction si raccontava la complicata storia d’amore fra due concubini, Alberto e Anna, interpretati da Neri Marcoré e Anna Valle, nell’Italia di fine Anni 60, quando il divorzio non c’era ancora. Ora nella seconda parte, ribattezzata «Questo nostro amore ’70» visto lo spostamento temporale, le cose si mettono meglio per i due. E così il rasserenato Alberto (il personaggio interpretato da Marcoré), imbarca Salvatore, il vicino di casa siciliano, guardato agli inizi con diffidenza ricambiata, in un’avventura inattesa.
Un set della fiction è stato collocato, lo scorso gennaio, alla Cortubi di Valfenera, nell’Astigiano.
«Due dei personaggi, ovvero Alberto e Salvatore, interpretato da Nicola Rignanese, sono diventati soci in una piccola azienda di marmitte - racconta Ribuoli, svelando alcuni passaggi della nuova storia -. E la Cortubi è stata scelta perché aveva spazi perfettamente adatti».
«Alberto era stato venditore, libraio, un tuttofare. L’altro, invece, operaio da sempre - dice Ribuoli -. Ma il sogno visionario del primo lo coinvolge, per il fatto di avere in mano un prototipo di marmitta catalitica. Poi un macchinario subisce un corto circuito e i pezzi li potranno recuperare solo in Germania. Così Salvatore farà un viaggio con la fiammante Giulia rossa comprata con i primi soldi che ha fatto».
Anche Neri Marcoré non si fa pregare per aggiungere dettagli. «Passato il ’68, con la rivoluzione culturale, e sessuale, nessuno fa più caso a una coppia non sposata con figli, come quella formata da me e Anna Valle - dice l’attore marchigiano -, che nel primo ciclo della fiction era invece costantemente in guardia. Sparendo le difficoltà che ci tenevano uniti contro il mondo, la coesione si allenta. E ognuno di noi si concentra sulla realizzazione di sogni mai realizzati. Nasceranno fratture e difficoltà: fra noi s’insinueranno dubbi e altri cercheranno di separarci».
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