Racconti. Giappone: La stazione ferroviaria “Seiryu Miharashi Eki”. (“piattaforma di vista del fiume”), di Nicola Morra

 

Alessandria, pubblicato da Pier Carlo Lava 

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Nel sud del Giappone, paese che ha tanto da insegnarci, lungo il fiume Nishiki, esiste una stazione ferroviaria che non ha entrata, non ha uscita, né biglietteria, né bar o sala d’attesa. I treni, infatti, fermano al fianco della banchina, i passeggeri possono scendere, ma poi non possono andare da nessuna parte e per allontanarsi devono aspettare il convoglio successivo.

Vicino non ci sono attrazioni turistiche, paesi o città, centri commerciali od attrazioni turistiche, il luogo è disabitato e la stazione per noi occidentali potrebbe sembrare del tutto inutile.

La stazione in questione si chiama “Seiryu Miharashi Eki”, che si traduce come “piattaforma di vista del fiume”, ed è stata pensata con la sola funzione di ricordare l’importanza del fermarsi, sia dal punto di vista fisico che mentale. I viaggiatori vi possono sostare per ammirare il panorama, per fare una semplice pausa, per meditare, per godere del silenzio circostante.

Attività, queste, che spesso si dimenticano, soprattutto nelle società della fretta, della produttività, in cui non si può e non si deve avere coscienza di quanto si stia facendo, vivendo, perché si deve solo produrre, produrre, produrre, ed eventualmente consumare.

Ecco, ora converrebbe che, facendo un grande respiro, si capisse che il silenzio e la riflessione in certi momenti sono fondamentali per resistere e per ripartire. Ricordiamocelo. Il tempo della vita è irripetibile, godiamocelo con responsabilità e senza farci schiacciare da consumo, profitto e potere.

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