Il signore asessuato (racconto breve di Davide Morelli)
C'era un signore ormai asessuato. Non aveva neanche più polluzioni notturne. Praticava l'astinenza sessuale. Un tempo aveva avuto le sue esperienze. Non era certo casto e puro. Anni addietro era stato un libertino, ma era l'esplosione ormonale, erano i furori giovanili. Lui non pensava che raramente al sesso. Difficilmente aveva un certo tipo di fantasie. Era invecchiato ed il desiderio era scemato. Ecco tutto. Aveva avuto molte delusioni cocenti. Era stato rifiutato da diverse ragazze di cui si era innamorato. Era stato rifiutato da una milanese che era fidanzata ed era scambista. Gli aveva detto no una torinese, che era in un giro di sette sataniche e faceva una orgia a settimana. Era stato rifiutato da una toscana che amava gli immigrati afroitaliani superdotati sessualmente. Poi questa ragazza si era sposata con un cuckold ed aveva fatto un figlio. La toscana stava molto attenta alla sua reputazione. Nessuno osava spettegolare su di lei. Suo padre era stato un pugile ed anche un allenatore di pugilato. C'erano molti bulli violenti, allievi di suo padre, pronti a menare le mani per difendere il suo onore e la sua reputazione. Ma il nostro signore non era pettegolo, non alimentava voci, vere o presunte tali. Il signore non era ancora impotente. Ogni tanto, anche se molto raramente, aveva dei pensieri impuri. Non era ancora fisiologicamente impotente. Forse si trattava solo di un calo del desiderio, ma in fondo era soddisfatto di essersi liberato del demone del sesso. Per il sesso ci si poteva rovinare la reputazione e talvolta anche l'intera vita. Si pensi ai cosiddetti incontri occasionali. In passato quando era giovane il sesso era stato anche uno strumento di autodistruzione, lo aveva portato a peccare, a compiere degli eccessi. Invece ora era così sereno. Ma forse bastava un niente per riaccendere la passione. Lui però non cercava le donne e le donne non essendo piacente non lo venivano a cercare sotto casa. Era un tipo bruttino qualsiasi che passava inosservato. Avrebbe potuto combinare qualsiasi cosa e nessuna si sarebbe accorta di lui. Avrebbe potuto cercare la felicità, pregare Dio, fare del bene, fare politica per i diritti civili e la ridistribuzione delle ricchezze, acculturarsi, fare l'artista. Invece non faceva niente di tutto ciò. Era un signore abitudinario. Faceva sempre le solite cose agli stessi orari. Si faceva sempre quattro caffè al giorno alle solite ore. Dopo tre mesi esatti cambiava la moka perché secondo lui c'era troppo calcare. Da giovane era stato dai preti a lavorare per un anno. Ogni tanto con la mente ritornava a quei tempi quando era pieno di fantasie e le erezione erano fastidiose. In quell'anno aveva letto diversi libri di morale sessuale cattolica, presi dalla biblioteca del collegio in cui lavorava. Allora fumava per inibire e reprimere il desiderio sessuale. Non ci riusciva perfettamente. Si ricordò di un aneddoto di un prete. Una volta un religioso gli raccontò dell'accesa discussione che aveva avuto con suo padre quando gli aveva detto di volersi fare prete. Il genitore gli aveva chiesto come avrebbe fatto senza una donna per tutta la vita. Ora il signore asessuato la risposta la conosceva benissimo. Si poteva farne a meno, a patto che l'astinenza non fosse imposta ma voluta. Certo c'erano sempre le tentazioni. Ma l'importante era tenere una certa condotta di vita. Essenziale era come per la salute lo stile di vita. Importante era scegliere un cammino di autoperfezionamento senza voler a tutti i costi diventare mistici o poeti. Bastava contemplare disinteressatamente il Creato. Lì nella natura c'erano tutte le risposte. Una altra volta ad un altro prete dei ragazzi gli chiesero come facevano i sacerdoti a stare senza sesso. Allora il parroco gli rispose prontamente che lui per quanto lo riguardava si immaginava il paradiso come un grande orgasmo eterno. Il signore asessuato era convinto assolutamente che si poteva bastarsi e completarsi da soli, non era affatto presunzione avere nell'animo radicata una convinzione così. Anche fare meditazione era importante. Beata solitudine! Non voleva nessuna che gli imponesse niente. Non voleva esigere niente da nessuna e non voleva che nessuna esigesse niente. Fare figli? Il mondo era già così sovraffollato. Fare figli senza dimostrare una dedizione quasi assoluta sarebbe stato da irresponsabili. E poi era troppo maturo per avere figli. Era troppo in là con l'età. Infine non era più prestante sessualmente come un tempo. Le donne moderne volevano prestazioni di alto livello. Altrimenti spifferavano ai quattro venti che erano insoddisfatte. Tra uomini e donne c'era a tutti gli effetti una guerra non dichiarata. E poi sarebbe diventato povero scannato se avesse divorziato. Non c'era da fidarsi. Un conto era la passione ed un altro era la ragione. La razionalità gli faceva soppesare esattamente tutti i pro ed i contro. Per avere un poco di affetto ed un poco di sesso il gioco non valeva la candela, il rischio era troppo alto. Poi si trattava di far non dico combaciare o collimare ma coesistere due modi di vivere, spesso differenti, e la cosa non era facile. A volte non si conoscevano mai abbastanza le persone. Bisognava sempre essere diffidenti e stare in guardia. Mai abbassare le diffidenze! Quindi c'era la questione delle aspettative. Di solito molte donne riponevano nella loro dolce metà delle aspettative troppo alte, che si rivelavano irraggiungibili. Pensava a tutte queste cose, vi rifletteva intensamente mentre portava a spasso il suo cane. Ad un tratto dopo una curva si imbattè in una bella donna con il cane anche lei al guinzaglio. I due quadrupedi si misero a giocare e tutto ad un tratto scambiò disinteressatamente quattro chiacchiere con una bella sconosciuta. Parlarono del più e del meno, una conversazione rabberciata e banale, ma all'improvviso dopo molto tempo il suo cuore aveva ricominciato a battere all'impazzata. Forse era l'inizio di un attacco di panico. Continuò a camminare. Lo avrebbe saputo con certezza nei prossimi giorni se avesse ritrovato la bella sconosciuta.
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