Ti Affetto - Valdapozzo - recensione by Nicoletta Cavanna
Le costruzioni logiche che stanno dietro gli atti ingiustificabili e l’ossessione che permea un rapporto malato sono l’argomento di “Ti affetto”, pièce scritta da Alessia Brisone e da lei interpretata con Giancarlo Adorno con la regia di Tommaso Massimo Rotella.
Il tema della violenza domestica è delicato ed è ultimamente spesso rappresentato teatralmente. La sfida, in questo caso, consiste nella ricostruzione non solo del vissuto, ma della macchina mentale che rende possibili azioni violente da parte di chi le compie e di chi le accetta.
I due protagonisti non hanno nome, sono unici ma anche simboli, e la loro storia è narrata in flash back, sembra la rivisitazione di un percorso interiore di analisi.
Entrambi ricordano, meditano e riscrivono le vicende alla luce di una mistificazione che muta gli eventi. Sia lui che lei tendono a convincersi che la violenza non esista, che gli effetti di essa siano causati da incidenti domestici e che tutto
proceda per il meglio. Una sorta di illusione di coppia che a tratti si rompe e scatena nella donna consapevolezza e una reazione di rivalsa violenta, che si esprime nella minaccia folle di affettare il compagno e godere del suo lento dolore.
Il testo ha una base fortemente drammatica, ma la sua rappresentazione passa attraverso diversi registri. La mistificazione della realtà, nella versione della protagonista, è straniata ed ironica, pare una fase di elaborazione del riscatto finale. Così la presentazione in tono commerciale- piazzistico dell’homo insapiens, incapace di andare al di là della sua grettezza, si inserisce in un contesto di amara verità.
Su tutto un’ossessione da vincere e un complesso di dipendenza reciproca, che induce la personalità malata dell’uomo a colpire e quella succube della donna a giustificare.
Altrettanto ossessionante la musica: prima il Bolero di Ravel in versione cantata e poi l’Alouette, filastrocca che suona sinistra e sottolinea una deviazione mentale nella sua ripetizione continua e cantilenante.
Lo spettacolo convince per l’originalità del taglio, il continuo cambio di punto di vista e la corporeità dominante, che passa da immagini di danza quasi macabra a scene di forte contatto fisico.
Molto bravi Alessia Brisone e Giancarlo Adorno, padroni di una scena nuda in cui lasciano immaginare un contesto domestico chiuso e paralizzante.
“Ti affetto” ha aperto la stagione di prosa all’interno della rassegna Valdapozzo Spettacolare 2014, che durerà sino al 26 luglio e che annovera appuntamenti di musica e teatro.
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