Martinotti & Ranzato

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Diario di bordo Simona @ Lindau

by Pier Carlo lava
L’uomo è per sua natura assetato di conoscenza ... Seneca, ed è certamente questo lo spirito con il quale 650 giovani ricercatori di tutta Europa hanno incontrato e interagito con 65 premi Nobel e fra questi anche Simona una giovane e brillante ricercatrice alessandrina.
Un magnifico e interessantissimo viaggio nel cuore della scienza: Simona Martinotti ci racconta nel suo diario di bordo, la grande e  indimenticabile esperienza, vissuta nel contesto della sua partecipazione al 65th Lindau Nobel Laureate Meeting a Lindau in Germania, nel quale insieme ad altri 649 giovani ricercatori di tutta Europa, ha incontrato e  potuto interagire con ben 65 premi Nobel:


Domenica 28 giugno
Arrivata a Lindau! Oggi inizia il 65th Lindau Nobel Laureate Meeting!
Lindau si trova sulla sponda destra del Lago di Costanza (Bodensee), è vicina al confine con l’Austria e la Svizzera ed è circondata dalle montagne. Il suo centro storico medioevale è situato su un’isoletta sul lago di Costanza ed è collegato alla terraferma da un ponte ferroviario e stradale.
Uscita dal treno, la prima sensazione che provo è quella di essere in un favola, una favola di quelle con i principi e le principesse. 
L’atmosfera elegante e signorile è la caratteristica che contraddistingue Lindau.
Due passi e ci si trova direttamente nel porto, in passato era uno dei più importanti della Baviera come testimonia la statua del leone, simbolo della forza bavarese e il Mangturm, antico faro.
Poi si prende la via principale del centro storico ovvero la Maximilianstraße, lungo la quale si trovano molti negozi e case del ‘500 dai variopinti colori. Cuore della città invece è la Marktplatz dove si erge la fontana di Nettuno costruita nel 1840.
Sulla Markplatz si affacciano due chiese una accanto all’altra, quella cattolica Unserer Lieben Frau dedicata alla Madonna e la chiesa evangelica di St. Stephan.

L’accoglienza a Inselhalle, quartier generale del meeting, è molto calorosa ma anche molto attenta, infatti alla cerimonia d’apertura prenderà parte il Presidente della Repubblica Federale Tedesca, Joachim Gauck.
E si comincia, ci dà il benvenuto la Contessa Bettina Bernadotte, President of the Council for the Lindau Nobel Laureate Meeting, poi il Presidente Gauck e altre autorità. Ma la cosa più bella della cerimonia è l’ingresso dei Nobel Laureates che sfilano in fila per due in mezzo alla platea mentre un lungo, caloroso ed emozionante applauso li accoglie! Terminata la cerimonia di apertura ci si trasferisce al teatro cittadino, Stadttheater, dove ci attende un’ensamble della Vienna Philharmonic Orchestra che ci omaggerà di un concerto veramente entusiasmante. Prima del concerto ho fatto le prime conoscenze con gli altri Young Scientist.
Terminato il concerto ci si ritrova per la cena dove continua il dialogo tra giovani ricercatori. 
Prima giornata terminata, stanca ma contenta!!

Lunedì 29 giugno
La seconda giornata si apre con la plenary session in cui si parla di fisica, chimica e fisiologia-medicina, entrando nello spirito del meeting, ovvero non tanto assimilare le nozioni e i concetti discussi dai Laureates, bensì imparare da loro come si arriva a quei risultati, facendoci ispirare dal loro amore per la ricerca!
Nel pomeriggio, ci attende la panel session in cui si parla e si discute di Interdisciplinarità, elemento fondamentale per un buon approccio scientifico.
Nella seconda parte del pomeriggio ci attendono poi i Laureates che hanno tenuto la lecture al mattino per parlare con noi, per rispondere ad ogni nostra domanda sia scientifica, ma anche e soprattutto personale.

Durante una delle poche pause del Meeting, ho fatto qualche passo sul lungo lago, e ho potuto ammirare quanto sia meravigliosa questa località e i suoi abitanti. 
Nel mio breve percorso ho incontrato il Pulverturm sulla punta ovest dell’isola, un antico deposito di armi, oggi meta prediletta per una passeggiata oppure per distendersi nel prato a prendere il sole.

Alla fine della giornata si va a cena, ma non una cena qualunque, ci aspetta una cena francese (la Francia è il paese ospite del meeting) in compagnia dei Nobel Laureates, infatti sono al tavolo con noi giovani e parlano di scienza, ma anche del più e del meno come fossimo amici…

La giornata è arrivata al termine...ho raccolto molti spunti per il futuro, ho conosciuto giovani di diverse parti del mondo e ho avuto l'onore di dialogare a tu per tu con il prof. Chalfie (Nobel Laureate for the GFP, Green Fluorescent Protein). 

Di Lindau oggi mi ha colpito il suo Museo. E’ situato nella piazza principale del centro, la Marktplatz, nella “Haus zum Cavazzen”. E’ un palazzo in stile barocco, con al piano terra una mostra temporanea dedicata a Nolde, mentre ai piani superiori raccoglie mobili, dipinti, sculture, oggetti in argento, in vetro ed in ceramica di diversi periodi storici. Inoltre si trovano giocattoli antichi e una famosa collezione di strumenti musicali antichi.
Poi, in una sala, ci sono alcune testimonianze e foto che legano Lindau al meeting dei premi Nobel che si svolge proprio qui da 65 anni. Tra le altre cose, è possibile ammirare una vera medaglia assegnata ai Nobel Laureate oppure visitare, tramite la computer grafica, virtualmente i laboratori di alcuni premi Nobel e fare “qualche piccolo esperimento” con loro.

Ora si va a nanna stanca ma più ricca!

Martedì 30 giugno
Con la terza giornata inizia la “corsa tra i Laureates”, infatti al mattino ci aspettano diverse parallel session caratterizzate da un Nobel Laureate per la Fisiologia-Medicina, uno per la chimica e uno per la Fisica, quindi sarà una corsa contro il tempo per riuscire a spostarsi nelle diverse location per ascoltare le lectures dei propri Laureates preferiti al mattino e poi per discutere con loro nelle discussion del pomeriggio.
La mia però è stata una corsa entusiasmante, ricca di spunti e emozioni!! Infatti ho parlato con Françoise Barré-Sinoussi, elegantissima e disponibile signora francese premio Nobel con Luc Montagner per l’individuazione del virus HIV.
E poi ho fatto la piacevole conoscenza del prof. Edmond Fisher, un energico 95enne che ci ha ispirati e ci ha parlato quasi come un nonno, raccontandoci la sua storia e facendoci innamorare ancora di più della scienza!! Se mai arriverò a 95 anni voglio essere come lui!!
Lo abbiamo incontrato nella sala convegni di un palazzo di Lindau che non passa inosservato. Infatti, maestoso nella sua fierezza e nella sua decorazione, si erge sulla Maximilianstraße l’Alte Rathaus: ovvero il vecchio municipio che fu eretto tra il 1422 e il 1436 in stile gotico.

Anche se non è un Nobel Laureate in Medicina e Fisiologia ho avuto la possibilità di interagire anche con il Prof Carlo Rubbia, che ha lasciato per i miei studenti alessandrini un messaggio di speranza e orgoglio.

Immancabile l’appuntamento con la cena, che questa sera si svolge al Toskanapark, dove ci hanno accolti i cittadini di Lindau che ormai per tradizione organizzano la cena Grill and Chill per conoscere gli Young Scientist e perché no, qualche Nobel Laureate.
Beh che dire, dopo una giornata così intensa non posso che essere contenta!!
Ora però si va a nanna, domani mattina si comincia presto con la Science Breakfast!

Mercoledì 1 luglio
Giornata intensa, iniziata presto (alle 7) con la science breakfast, organizzata dal ministero per la ricerca austriaca, al “Forum am See”, in cui si è parlato del legame tra geni ambiente e nutrizione, ma non si è solo discusso di scienza, abbiamo proprio fatto colazione!! Quindi sorseggiando il caffè (d’obbligo a quell’ora) e mangiando cose dolci o salate a seconda dei gusti, ho potuto conoscere una ragazza dell’Arabia Saudita che nei suoi diversi spostamenti aveva lavorato anche in Italia.
Durante la discussione ha tenuto desta la nostra attenzione, nonostante l’ora, il Prof. Ciechanover, che poi ho potuto ascoltare durante la sua lecture che ha fatto un excursus sulla terapia farmacologica negli ultimi secoli.
La mattinata è proseguita con altre lectures veramente interessanti. Nel pomeriggio poi la discussion con il Prof Ciechanover che ci ha confessato che quando qualcuno gli chiede che lavoro fa, lui gli risponde di non avere un lavoro, ma di fare il suo hobby venendo pagato per farlo!
Dopo la discussion è ora della Master Class del Prof. Varmus, ad accesso limitato, e in cui ho trovato spunti e suggerimenti scientifici molto interessanti!!!

Durante la giornata ho avvicinato molti Nobel Laureates che mi hanno lasciato messaggi di ispirazione. Non sono mancate anche le conversazioni con altri giovani ricercatori!!

Spostandomi da un punto all’altro di Lindau per seguire il programma denso di eventi, ha attirato la mia attenzione la fontana di Lindavia (Die Lindavia-Brunnen): fu realizzata nel 1884 e le figure in bronzo posizionate tra le quattro vasche in marmo simboleggiano le attività praticate a Lindau ovvero la viticoltura, il giardinaggio, la pesca, l’agricoltura e la navigazione. Sul piedistallo si erge Lindavia, incarnazione femminile della città, con il capo cinto da una corona e con il timone della città in mano.

Beh anche oggi il bilancio per il mio bagaglio personale è stato assolutamente positivo!!
Ora però si va a nanna, domani mi aspetta un'altra giornata ricca di eventi!!

Giovedì 2 luglio
Oggi è stata una giornata particolare...non ho dovuto correre da una parte all'altra dell'isola per andare a sentire i Nobel Laureates che mi interessavano, c'era la plenary session comune per tutti.
Durante il break ho potuto incontrare e scambiare due parole con Robin Warren, Nobel Laureate per la scoperta della relazione tra il batterio H. pylori e la gastrite e l’ulcera peptica, di cui ho parlato ai miei studenti come esempio di caparbietà e amore per la scienza.

Nel pomeriggio si affronta il problema della comunicazione scientifica in una panel discussion veramente interessante che mi fa capire quanto sia importante rendere tutti partecipi della scienza!

Poi la discussion con i Laureates che hanno tenuto le lectures al mattino: io decido di partecipare a quella tenuta dalla Prof. Ada Yonath, Nobel Laureate in chimica per la struttura dei ribosomi, che ci ha raccontato come, dopo aver svolto vari lavori per aiutare la madre a mantenere la famiglia e dopo aver svolto il servizio militare (è nata a Gerusalemme), ha perseguito anche lei con caparbietà il suo percorso nella scienza!! Altro messaggio importante che ci ha lasciato la Prof. Yonath, soprattutto per noi giovani scienziate, è che è assolutamente possibile essere brave scienziate, brave mamme e brave “cake maker”.

Dalla camera dell’albergo posso vedere la chiesa di Peterskirche, che risale all’anno 1000 ed è la chiesa più antica della città. All’interno si trova il ciclo pittorico dedicato alla “Passione di Cristo” creato verso la fine del XV secolo. La chiesa è sovrastata dal Diebsturm: chiamata anche Malefizturm o Stadtknechtsturm, una torre costruita intorno al 1370, che ha svolto anche la funzione di prigione, e che spicca nel panorama di Lindau per il suo tetto punteggiato di tessere colorate.

La giornata si è conclusa in modo più frivolo, la cena infatti questa sera è in stile Bavarese, con tanto di intrattenimento e immancabile pinta di birra (mi sono stupita di me stessa...), chiacchere e risate con i ragazzi conosciuti nei giorni scorsi. Anche questo però è il Nobel Laureate Meeting.
Ora si va a nanna...

3 luglio
Si parte alle ore 7.45 dal porto di Lindau direzione Isola di Mainau.
Il viaggio dura circa 2 ore, durante le quali oltre a fare colazione per carburare, continua il dialogo tra Young Scientist e Nobel Laureates. In realtà mi è successa una cosa inaspettata, infatti un giornalista free lance, mi intervista chiedendomi cosa faccio, cosa ne penso delle donne nella ricerca e cosa ne penso della ricerca in Italia.
Arrivati sull’Isola di Mainau, detta anche Isola dei Fiori, ci dirigiamo al Castello di Mainau per la closing panel discussion sul tema dell’educazione scientifica. 
Al termine della sessione, dopo un breve intervento di Josè Barroso, già Presidente della Commissione Europea,  viene letta e sottoscritta da 36 Nobel Laureates la Mainau Declaration 2015 on Climate Change, con lo scopo di sensibilizzare i governanti che parteciperanno in autunno alla United Nations Climate Change Conference che si terrà a Parigi.

Ora ci aspetta il picnic lunch nel bellissimo parco del castello di Mainau, a cui prendono parte proprio tutti, è veramente entusiasmante!

Siamo quasi arrivati al termine del meeting, ma prima di ripartire alla volta di Lindau, c’è la cerimonia di chiusura con i discorsi di commiato da parte di un rappresentante dei Nobel Laureates e uno degli Young Scientists.
Il discorso di commiato da parte dei Nobel Laureate è del Prof. Stefan Hell, che lunedì aveva aperto con la prima lecture, che ci saluta dicendoci “STAY EDUCATED, STAY INSPIRED and STAY CONNECTED”.

La nave ci aspetta al porto per riportarci a Lindau e un po’ di magone inizia a farsi strada, sta per finire un’avventura fantastica!! A bordo però passa la malinconia perché poco per volta ci lanciamo in danze scatenate, non solo noi giovani, ma anche i Nobel Laureates!!
Si attracca…e la malinconia si ripresenta…tra poco devo salutare i miei nuovi amici…

Arrivando in porto, prima dei saluti (sperando che sia un arrivederci!!) ci sediamo ad un piccolo bar con le sedie vivacemente colorate, a sorseggiare una birra e ad ammirare i passanti. 
Giovani che scherzano, famiglie con bambini, persone anziane che vanno alla scoperta di questo lago, sembra veramente una meta apprezzata.

Ora è anche tempo di bilanci…
Il 65th Lindau Nobel Laureate Meeting è finito, e non so quasi cosa dire...mi vengono in mente tante cose, ma sembrerebbero tutte banali!!
Questa esperienza ci ha cambiati tutti un pochino!!    

Cosa mi ha lasciato questa settimana?
Non sempre ho colto fino in fondo gli argomenti trattati, con la chimica me la sono cavata, ma con la fisica è stato un dramma, tutti i Nobel Laureates però mi hanno ispirata e mi hanno lasciato qualcosa che mi ha resa più ricca di una settimana fa...
Domenica ero terrorizzata, ma poco per volta durante la settimana ho capito che questa esperienza mi avrebbe aiutata a crescere!!
Il meeting mi ha regalato anche momenti divertenti non solo scientifici, in cui ho conosciuto persone nuove, in particolare Anna, in cui abbiamo dimostrato che non siamo solo Young Scientists, ma anche Very Normal Young People che amano la scienza in ogni sua sfaccettatura.
Sono arrivata a Lindau con molte domande e mille dubbi. Tra questi, uno in particolare aveva la priorità: come affrontare gli inevitabili e numerosi “fallimenti” nella ricerca scientifica.
Forse non ho ricavato la risposta completa o una ricetta universale, ma ho acquisito una consapevolezza, condivisa con tutti gli altri giovani che erano presenti. L’unico modo è non perdere la fiducia in se stessi, insistere, amare il proprio lavoro. 
Perché solo dall’insistere dei singoli, delle giovani generazioni, il miglioramento nella scienza e la promozione della ricerca saranno veramente avverabili. Anche, e soprattutto, in Italia.
Grazie mille e arrivederci Lindau Nobel Laureate Meeting (perché non sognare un pochino...)




Intervista a Simona Martinotti: Edmond Fisher se mai arriverò a 95 anni voglio essere come lui!! 
by Pier Carlo Lava
Alessandria, Abbiamo incontrato la dott.ssa Simona Martinotti biologa cellulare, per un intervista: Simona nasce a Casale Monferrato il 28 agosto 1982. Dopo il diploma come Perito Chimico Industriale all’ITIS A. Sobrero di Casale Monferrato, si laurea in Biologia nel 2006 e in Scienze Biologiche Applicate nel 2008 con il massimo dei voti. Nel 2008 inizia il corso di Dottorato in Scienze Ambientali (Acque Interne e Agrosistemi) presso il DISIT, e lo temina nel 2012 discutendo poi la Tesi dal titolo “Active nutrients and drug: building a new synergistic approach in mesothelioma therapy”. Dal 2012 è post-doc presso il DISIT. Oltre ad essere una giovane ricercatrice, è anche una giovane donna che ama cucinare e preparare torte, e ama dedicare parte del suo tempo agli altri, è infatti Volontaria della Croce Rossa Italiana presso il Comitato di Casale Monferrato. Queste le sue risposte alle nostre domande:
Simona, tu sei una biologa cellulare e nel 2013 sei stata insignita di un Premio Internazionale, ce ne vuoi parlare?
Il premio in questione è il Lush Prize Award, premio internazionale dedicato alla ricerca nel campo dei test alternativi promosso da Lush e Ethical Consumer. 
Siamo arrivati in finale sia io che il mio collega Dr Elia Ranzato, proprio per il fatto che da sempre nel nostro laboratorio ci occupiamo di studiare i meccanismi coinvolti nella riparazione delle ferite cutanee e per fare ciò non ci avvaliamo di studi in vivo, bensì solo di collaudati studi in vitro.
Insieme a Elia Ranzato e Marco Caneva hai costituito il Caffè Scienza Alessandria, presso l’Associazione Cultura e Sviluppo, con quale obiettivo?
L’obiettivo fondamentale del Caffè Scienza Alessandria è quello di comunicare la scienza ad alto livello alle persone “non addette ai lavori”, coinvolgendole in prima persona in una discussione scientifica che però non ha la connotazione accademica, forse un po’ distante, ma la connotazione colloquiale di un bar o di un circolo dove si discute di scienza prendendosi appunto un caffè.
Questo è un aspetto importantissimo del lavoro di uno scienziato, infatti come hanno sottolineato anche i Nobel Laureates presenti al meeting di Lindau, la comunicazione scientifica non deve avvenire solo tra scienziati, ma anche e soprattutto tra scienziati e non, per tutti più consapevoli. 
650 giovani ricercatori provenienti da 66 paesi, hanno partecipato al recente Meeting di Lindau in Germania, con la possibilità di incontrare e interagire con 65 Premi Nobel, quale obiettivo si prefissava questo evento?
Come ben sottolinea il motto del meeting “Educate, Inspire, Connect”, l’obiettivo del meeting è proprio quello di mettere a confronto e contatto due diverse generazioni di scienziati, in modo tale che la generazione più matura possa educare alla ricerca scientifica, e soprattutto ispirare i giovani ricercatori in modo tale da motivarli, più di quanto non lo siano già, così che non si lascino abbattere dalle mille difficoltà che minano il lavoro di uno scienziato.
Altro obiettivo importante è quello di creare una connessione tra giovani ricercatori provenienti da tutto il mondo che possono condividere le proprie esperienze scientifiche, ma anche umane!
Nel corso del meeting hai ascoltato la presentazione dei vari premi Nobel e hai interagito con alcuni di loro, quali ti hanno colpito particolarmente e perchè?
Ada Yonath, premio Nobel per la Chimica nel 2009, che dopo aver svolto vari lavori per aiutare la madre a mantenere la famiglia e dopo aver svolto il servizio militare (è nata a Gerusalemme) ha perseguito con caparbietà il suo percorso nella scienza, conciliando vita lavorativa e vita famigliare. 
Molto bella poi la “lezione” di Edmond Fisher, premio Nobel per la Medicina nel 2002. Il prof. Fisher è un energico 95enne che ci ha ispirati e ci ha parlato quasi come un nonno, raccontandoci la sua storia e facendoci innamorare ancora di più della scienza!! Se mai arriverò a 95 anni voglio essere come lui!! 
Ho scambiato anche alcune battute con Robin Warren, Nobel per la Medicina nel 2005 per la scoperta della relazione tra il batterio Helicobacter pylori e l’insorgenza della gastrite e dell'ulcera peptica, di cui ho parlato a lungo ai miei studenti come esempio di caparbietà e attaccamento alla scienza.
Aaron Ciechanover, premio Nobel per la chimica nel 2004, ci ha detto di rispondere a chi chiede cosa fa di lavoro “faccio il mio hobby e vengo pagato per farlo!!”.
L’esperienza più rilevante comunque emersa dal ritrovo con i Premi Nobel è stata la loro capacità di contagiare i giovani con la loro grande passione per la ricerca scientifica, perché senza passione la ricerca scientifica è un campo impossibile. Credo che due siano le parole chiave da tenere in mente per poter intraprendere la carriera scientifica: passione e voglia di lavorare senza fermarsi al primo ostacolo, al primo esperimento non riuscito o al primo risultato inaspettato.
Tu hai fatto parte della delegazione italiana, ci vuoi raccontare che cosa ti ha trasmesso questa importante esperienza?
È difficile rispondere a questa domanda senza rischiare di essere banale, Sono arrivata a Lindau con molte domande e mille dubbi. Forse non ho ricavato la risposta completa o una ricetta universale, ma ho acquisito una consapevolezza, condivisa con tutti gli altri giovani che erano presenti. L’unico modo è non perdere la fiducia in se stessi, insistere, amare il proprio lavoro.
Durante la settimana trascorsa a Lindau, col trascorrere dei giorni e l’accumularsi degli stimoli mi son accorta di quanto questo Meeting avrebbe potuto rappresentare per me un ponte. Un ponte fra la “me” di adesso e la “me” futura (o l’idea di me futura).
Ci vuoi parlare dei messaggi che hai registrato con diversi premi Nobel, di incoraggiamento e di impegno per i tuoi studenti del primo anno del corso di Biologia ad Alessandria?
Grazie alla disponibilità di diversi premi Nobel, tra cui il prof Carlo Rubbia, ho chiesto loro e registrato alcuni messaggi di incoraggiamento e di impegno per i miei studenti del primo anno del corso di Biologia ad Alessandria. Non sono messaggi articolati o molto lunghi, in alcuni casi il messaggio è un’unica frase, ma le poche parole che compongono quella frase sono dense di significato, quella più bella è la frase che mi ha lasciato il Prof. Fisher: “la scienza non è pericolosa, l’ignoranza lo è!!”
Qual è la tua opinione sulla situazione della ricerca in Italia?
La ricerca in Italia è buona ricerca, e i ricercatori italiani sono ottimi ricercatori, tutto questo nonostante la difficoltà nel reperire fondi per svolgere le proprie ricerche.
Cosa si dovrebbe fare per evitare la fuga dei giovani ricercatori italiani all’estero?
Al meeting ho conosciuto una ragazza di Bari che una volta terminato il suo dottorato a Bari, si è trasferita a Boston al MIT con l’idea di tornare in Italia dopo quell’esperienza, ma in ogni altro stato europeo poteva ambire ad una posizione stabile equivalente alla nostra posizione da ricercatore, assolutamente non pensabile in Italia, dove sarebbe tornata al punto di partenza anziché poter progredire nella sua carriera e fare tesoro in tutti i sensi della sua esperienza al MIT. 
Bisognerebbe quindi offrire le stesse opportunità che vengono offerte all’estero, che ripagano i sacrifici e l’impegno dei giovani ricercatori!




by Pier Carlo Lava
Alessandria: Intervista alla dr.ssa Simona Martinotti, laureata in Biologia all’Università del Piemonte Orientale, che risponde alle seguenti domande:
Innanzi tutto chi è Simona Martinotti nella vita?
Nel corso del meeting di Lindau in Germania, hai ascoltato la presentazione dei vari premi Nobel e hai interagito con alcuni di loro, quali ti hanno colpito particolarmente e perchè?
Ci vuoi parlare dei messaggi che hai registrato con diversi premi Nobel, di incoraggiamento e di impegno per i tuoi studenti del primo anno del corso di Biologia ad Alessandria?
Cosa si dovrebbe fare per evitare la fuga dei giovani ricercatori italiani all’estero?
Insieme a Elia Ranzato e Marco Caneva hai costituito il Caffè Scienza Alessandria, presso l’Associazione Cultura e Sviluppo, con quale obiettivo?



Elia Ranzato: Nel 2011 è stato insignito del Premio Ricercatore Junior, da parte dell’Associazione Italiana di Colture Cellulari (AICC).
Alessandria, ma chi è (ERa) Elia Ranzato? ecco la sua biografia:
Elia Ranzato (ERa) è stato un brillante studente, ottenendo il massimo dei voti in tutti gli esami, e laureandosi rapidamente (2002) in Scienze Biologiche (summa cum laude). Ha conseguito, nel 2006, il dottorato di ricerca presso l'Università del Piemonte Orientale, occupandosi di monitoraggio ambientale. 
Una parte dell'attività scientifica di ERa è dedicata allo sviluppo di nuovi approcci per il mesotelioma. Un altro importante campo dell’attività scientifica di ERa è lo studio dei meccanismi di riparazione delle ferite e di rigenerazione tissutale utilizzando composti naturali. Nel 2011, ERa è stato insignito del Premio Ricercatore Junior, da parte dell’Associazione Italiana di Colture Cellulari (AICC).
Inoltre, anche se ERa è un giovane scienziato, è già dotato di capacità di leadership testimoniata anche dal suo successo nell'attrarre fondi da parte d’istituzioni internazionali (dal Giappone) per sostenere progetti innovativi di studio del miele, che persegue tenacemente per produrre lavori scientifici originali.



Simona Martinotti, biologa cellulare, biografia
by Pier Carlo Lava
Alessandria: oggi ho incontrato Simona Martinotti biologa cellulare, per un intervista che pubblicherò nei prossimi giorni, a seguito della sua partecipazione al recente Meeting di Lindau in Germania, dove 650 giovani ricercatori provenienti da 66 paesi, hanno incontrato, ascoltato e interagito con 65 Premi Nobel, nel frattempo per chi fosse interessato a scoprire chi è, ecco la sua biografia.
Biografia:
Simona Martinotti nasce a Casale Monferrato il 28 agosto 1982. 
Dopo il diploma come Perito Chimico Industriale all’ITIS A. Sobrero di Casale Monferrato, si laurea in Biologia nel 2006 e in Scienze Biologiche Applicate nel 2008 con il massimo dei voti.
Nel 2008 inizia il corso di Dottorato in Scienze Ambientali (Acque Interne e Agrosistemi) presso il DISIT, e lo temina nel 2012 discutendo poi la Tesi dal titolo “Active nutrients and drug: building a new synergistic approach in mesothelioma therapy”.
Dal 2012 è post-doc presso il DISIT.
La Dr Martinotti è una biologa cellulare che si occupa principalmente di valutare l’effetto di sostanze naturali in due diversi ambiti:
Cancer treatment, argomento principale della sua tesi di dottorato
Tissue ripair and rigeneration
Proprio per gli studi di riparazione tissutale associata al trattamento con il miele, svolti con il collega Dr Elia Ranzato, ha vinto il premio internazionale dedicato alla ricerca nel campo dei test alternativi
promosso da “Lush” e “Ethical Consumer”Simona Martinotti è stata premiata per la sua ricerca nella cura delle ferite e nello "skin health" (benessere della cute) con rimedi a base di prodotti naturali,
Nel 2014, ha costituito con il Dr. Elia Ranzato e l’Ing. Marco Caneva, il Caffè Scienza Alessandria, presso l’Associazione Cultura e Sviluppo. Uno spazio dove parlare e discutere di scienza con i "non addetti ai lavori", aspetto molto importante del lavoro di uno scienziato, come sottolineato dai Nobel Laureate, durante il meeting.


“educate, inspire, and connect” 
by Elia Ranzato
650 giovani promesse della ricerca, incontrano e interagiscono con 65 Premi Nobel. 
by Elia Ranzato, Ph.D. University of Piemonte Orientale
L'espressione «scienziati di domani» viene usata di frequente nelle discussioni che riguardano i giovani ricercatori. Tuttavia, non c'è frase più appropriata per descrivere i 650 giovani ricercatori che hanno partecipato al 65° Lindau Nobel Laureate Meeting, svoltosi a Lindau (Germania) dal 28 giugno al 3 luglio. I giovani ricercatori in questione si sono innanzi tutto imposti ai competitivi processi nazionali di selezione, e successivamente sono riusciti a convincere una commissione internazionale di selezione, che li ha reputati degni di far parte dell'élite scientifica mondiale che per una settimana ha preso parte al meeting lungo le sponde del Lago di Costanza.
Il comitato ha infatti selezionato 650 giovani promesse della ricerca provenienti da 66 diversi paesi dei cinque continenti e ha dato loro la possibilità di incontrare e interagire con 65 Premi Nobel. 
La contessa Bettina Bernadotte, presidente del comitato del Lindau Nobel Laureate Meeting, ha
accolto con favore l'elemento multiculturale sempre più marcato della manifestazione, nonché la presenza cospicua di giovani scienziate. Giovani che, con ogni probabilità, faranno il futuro della Ricerca Scientifica anche nel nostro Paese.
Della delegazione italiana, infatti, fanno parte studiosi che si sono già cimentati su ricerche importanti, come Simona Martinotti, classe 1982, laureata in Biologia e post-doc all’Università del Piemonte Orientale, che nel 2013 era stata insignita di un Premio Internazionale.
Il meeting di Lindau rappresenta per i giovani ricercatori un grande laboratorio, un eccezionale incubatore, concentrato in un fitto programma di eventi in pochi giorni dai quali raccogliere l’esperienza, personale e tecnica, trasmessa dai Premi Nobel di tutto il mondo che, in linea con il motto dell’evento: “educate, inspire, and connect”, si pongono a disposizione della collettività per formare giovani ricercatori di talento in grado di contribuire in modo consistente al progresso scientifico.
La dr.ssa Martinotti racconta che l’esperienza più rilevante emersa dall’incontro con i Premi Nobel è stata la loro capacità di contagiare i giovani con la loro grande passione per la ricerca scientifica, perché senza passione la ricerca scientifica è un campo difficile. Credo che due siano le parole chiave – prosegue la dr.ssa Martinotti -  da tenere in mente per poter intraprendere la carriera scientifica: passione, tanta passione per la ricerca scientifica, e voglia di lavorare senza fermarsi al primo ostacolo, al primo esperimento non riuscito o al primo risultato inaspettato.
In particolare – chiosa la dr.ssa Martinotti - mi è piaciuto molto l’intervento di Ada Yonath, premio Nobel per la Chimica nel 2009, che dopo aver svolto vari lavori per aiutare la madre a mantenere la famiglia e dopo aver svolto il servizio militare (è nata a Gerusalemme) ha perseguito anche lei con caparbietà il suo percorso nella scienza, conciliando vita lavorativa con vita famigliare. Molto bella la presentazione di Edmond Fisher, premio Nobel per la Medicina nel 2002. Il prof. Fisher è un energico 95enne che ci ha ispirati e ci ha parlato quasi come un nonno, raccontandoci la sua storia e facendoci innamorare ancora di più della scienza!! Se mai arriverò a 95 anni voglio essere come lui!! Ho scambiato anche alcune battute anche con Robin Warren, Nobel per la Medicina per la scoperta della relazione tra il batterio Helicobacter pylori e la gastrite e l’ulcera peptica, di cui ho parlato ai miei studenti come esempio di caparbietà e attaccamento alla scienza.
Grazie poi alla disponibilità di diversi premi Nobel, tra cui il prof Carlo Rubbia – conclude la dr.ssa Martinotti – ho chiesto loro e registrato alcuni messaggi di incoraggiamento e di impegno per i miei studenti del primo anno del corso di Biologia ad Alessandria.

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