Il commercio tradizionale sta morendo, storia, cause e rimedi, di Pier Carlo Lava
Il commercio tradizionale sta morendo, storia, cause e rimedi, di Pier Carlo Lava
Alessandria: La situazione del commercio
tradizionale alessandrino è da tempo al centro dell’attenzione della
politica, delle Associazioni e ovviamente dei media locali.
Come risaputo da anni è in atto un trend di continue chiusure di piccole attività commerciali in passato fiorenti.
Il centro città, ma non solo,
particolarmente colpito da questa preoccupante problematica, si sta
lentamente ma inesorabilmente desertificando, con tutte le relative
conseguenze, difficoltà per i residenti anziani e luci spente delle
vetrine con possibili problemi di sicurezza per i cittadini.
E’ indubbio
che la crescita abnorme degli ultimi anni, da molti ritenuta
eccessivamente invasiva, della Grande Distribuzione in città oltre allo
sviluppo in continua crescita delle vendite online e gli affitti dei
locali in centro decisamente elevati (sopratutto nel contesto economico
attuale) sono tra le cause principali della chiusura del commercio
tradizionale.
Nel secolo scorso a partire dai primi anni
sessanta, questa problematica aveva interessato il canale food
(alimentari, drogherie e grossisti tradizionali).
Infatti a seguito dell’avvento e dello
sviluppo delle varie tipologie di attività della G.D.O. (Grande
Distribuzione Organizzata) Self Service, Supermercati, Ipermercati,
Centri commerciali e Discount, c’è stata una progressiva chiusura su
tutto il territorio nazionale, di diverse migliaia di punti vendita
tradizionali del settore sopra citato.
All’epoca nel canale food il commercio
tradizionale ha tentato di opporsi alla G.D.O. creando i Gruppi di
acquisto (Conad, Crai, Sigma, ecc) e le Unioni volontarie (A&O,
Vegè, Despar, ecc.) con il risultato di rallentare parzialmente
l’inevitabile, dato che i più deboli hanno comunque cessato l’attività.
In seguito
nelle organizzazioni sopra citate c’è stato uno sviluppo delle aperture
di Supermercati, Ipermercati e Cash & Carry che unitamente alle sedi
centralizzate per gli acquisti a livello nazionale, oggi sono in grado
di competere egregiamente con la G.D.O. perchè loro stessi lo sono
diventate.
Negli anni successivi il problema ha
interessato anche altri settori quali: tecnologia, elettronica,
abbigliamento, ferramenta, materiale elettrico, per l’edilizia, e in
parte ancora minore le farmacie, ecc. con le stesse conseguenze, cioè la
chiusura di piccoli punti vendita determinati dalle aperture delle
grandi catene nazionali, Media Word, Euronics, Panorama, Outlet,
Decathlon, Brico, Self, ecc.
Persino le industrie farmaceutiche hanno
convinto le farmacie ad effettuare con frequenza operazioni di trade
marketing promozionale.
A questo
punto sorge una domanda, che cosa fare oggi per evitare ulteriori
chiusure?, la risposta è una sola, diversificare, innovare, qualificare e
operare tramite il web, in sintesi specializzarsi.
E’ determinante acquistare e
commercializzare prodotti di qualità, che tengano conto delle tendenze
del momento e dei bisogni dei consumatori, a prezzi competivi e per
quanto possibile non presenti nella G.D.O. .
Occorre guardare con attenzione a quello
che succede in altri paesi Europei ed extra europei, tenendo ben
presente che la prima vendita viene fatta con gli acquisti intelligenti,
di qualità ed esclusivi.
Negli ultimi anni qualche possibilità al
commercio tradizionale viene offerta anche dal Franchising, sul quale a
suo tempo ci sono stati convegni in città.
Infine ma
non ultimo, anche i proprietari degli immobili ad uso commerciale
dovrebbero ormai avere compreso che tenerli sfitti per anni, sperando
nell’arriva di una grande marca, non conviene nemmeno a loro, quindi a
buon intenditor poche parole…
Se non si vuole fare morire completamente
il centro città con tutte le conseguenze del caso serve il sostegno di
tutti, Amministrazione comunale compresa, con agevolazioni sulle tariffe
dei parcheggi, sconti sulle imposte locali, creazione parcheggi
decentrati e maggiore efficienza nei trasporti urbani che consentano di
raggiungere agevolmente il cuore della città e infine il rilancio del
turismo con iniziative e investimenti di marketing adeguati. Infine va
seriamente presa in considerazione la creazione di una zona ZTL.
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