Cari umani, provate a essere più gentili
Cari umani, provate a essere più gentili
Volpe 8, George Saunders
(Feltrinelli, 2019 – trad. di C. Mennella)
(Feltrinelli, 2019 – trad. di C. Mennella)
George Saunders non è uno scrittore per bambini. Ha scritto prevalentemente racconti – in particolare la bellissima raccolta Dieci dicembre
– che nonostante la loro originalità si incastrano abbastanza bene in
un certo panorama della letteratura americana (per adulti), e un solo
romanzo, Lincoln nel Bardo, che gli è valso il Man Booker Prize. Se andate in libreria in cerca del suo nuovo Volpe 8,
tuttavia, vi potrebbe capitare di girare a vuoto nel reparto della
narrativa per una mezz’ora buona, magari trascinandovi dietro un confuso
e affranto libraio, prima di accorgervi che dovete andare al piano di
sotto (o di sopra). Nel reparto della letteratura per bambini.
A me è successo. Non me l’aspettavo. Tuttavia, pensandoci, mi sono detto che è una caratteristica delle storie di animali il fatto quantomeno di sembrare delle favole per bambini, anche quando si prestano a letture che non sono per niente adeguate a quella fascia di pubblico: l’esempio più immediato è La fattoria degli animali di Orwell, ma c’è anche quel racconto di Roald Dahl, Furbo il signor volpe, a cui il Volpe 8 di
Saunders fa esplicitamente richiamo. Non si tratta comunque di una
pensata commerciale della nostra editoria: anche negli Stati Uniti la
versione originale del racconto è uscita in una autonoma edizione
illustrata, quindi è probabile che la storia per bambini fosse già nelle
intenzioni di Saunders, e che non sia frutto di un camuffamento.
In comune con le tradizionali storie per bambini, Volpe 8 ha
il contenuto morale. C’è una volpe – di nome fa Volpe 8 – che è
talmente affascinata dagli umani da riuscire a impararne il linguaggio,
sia quello verbale che quello scritto. Passa un sacco di tempo a
osservare gli uomini, a fantasticare sulla possibilità di parlare con
loro, di fare le cose che fanno loro. Ma questa vicinanza, naturalmente,
è fonte di un trauma. Volpe 8 impara il bello e il brutto degli
uomini, soprattutto il brutto, e dopo averne viste di tutti i colori
decide di scrivere loro una lettera per consigliare di provare a essere
più gentili.
Questa storia però si può leggere anche in un altro modo.
Chi ha letto qualche libro di Saunders sa che le sue opere contengono
giochi strutturali e una pluralità di registri linguistici – artifici
che le rendono diverse da qualsiasi cosa abbiate letto prima. Si tratta
di sperimentazioni che non sono mai fini a se stesse, dosate in modo da
risultare estremamente leggibili, tanto che i suoi ultimi lavori sono
stati anche un grande successo di pubblico: diciamo che si tratta di uno
sperimentalismo pop. Altri tratti fondamentali di Saunders
sono i personaggi, che spesso sono sfigati e innocenti in un modo che fa
subito simpatia, e una certa tendenza al comico – in due o tre punti di
Lincoln nel Bardo ho riso proprio ad alta voce.
Volpe 8 ha tutte queste
caratteristiche. Il linguaggio che la volpe utilizza è infatti
imperfetto, una specie di trascrizione errata di quello orale, e molto
limitato dal punto di vista lessicale. Una sperimentazione che farà
ridere chi ha letto i grandi pilastri del modernismo e del
postmodernismo, ma che qui trova una forma distesa, cristallina,
ispirata più a un generale senso della parodia che a elevate intenzioni
formali. È quindi George Saunders al cento percento, che piaccia
o no: se non lo avete mai letto ne avrete un esempio; se siete dei suoi
affezionati troverete quello che vi aspettate.
Che poi, a voler essere attenti davvero,
la morale di questo racconto, che tanto lo fa sembrare una comune storia
per bambini, altro non è che il tema centrale di altri libri adulti come Dieci dicembre o il saggio L’egoismo è inutile: l’idea
che, al di là delle credenze religiose, possa fare bene al mondo se
tutti accantonassimo una volta ogni tanto le frustrazioni e gli egoismi e
cercassimo di essere un po’ più gentili. Perché è radicato il
pensiero che se qualcuno è più buono del solito è perché ci vuole
fregare, e questo è abbastanza triste se ci pensate. Non lo dice il
papa, lo dice George Saunders, e allora possiamo stare più tranquilli:
un po’ di sana empatia non farà di noi delle donne sottomesse e degli
uomini deboli, solo delle persone migliori.
(Vista la stagione: se siete in cerca di
regali, questo libro può essere una buona idea: l’edizione è carina,
piena di bei disegni, si legge in un’oretta. Buon Natale.)
Pierpaolo Moscatello
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