Al calar della sera, di Stefania Pellegrini
Ho consumato strade
ho salito gradini, ho sceso scale.
Nelle tasche bucate
ho tra le mani
sassolini del mio vagare.
So di terra, so di mare e non tengo
ancora per ormeggiare.
Ora il vento
parla di strade in discesa
e il silenzio,
è un silenzio oscuro.
Nell'aria pungente
solo fruscii di eriche lontane
e fioche fraganze di lavande.
Il mare osserva muto
l'effimero gioco di luci
di un viaggio senza tempo e
la mente ogni pensiero affonda
come l'onda nella sabbia
scompare silenziosa.
ho salito gradini, ho sceso scale.
Nelle tasche bucate
ho tra le mani
sassolini del mio vagare.
So di terra, so di mare e non tengo
ancora per ormeggiare.
Ora il vento
parla di strade in discesa
e il silenzio,
è un silenzio oscuro.
Nell'aria pungente
solo fruscii di eriche lontane
e fioche fraganze di lavande.
Il mare osserva muto
l'effimero gioco di luci
di un viaggio senza tempo e
la mente ogni pensiero affonda
come l'onda nella sabbia
scompare silenziosa.
Stefania Pellegrini ©
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