Triangolo di passione a Parigi, di Elena Maria B. Rodrίguez

Triangolo di passione a Parigi, di Elena Maria B. Rodrίguez

1 Elena Maria B. Rodriguez. cover copia.png

#sinossiTriangolodipassioneaParigi:
Laura, una ragazza colombiana di buona famiglia, perde i genitori in un terribile incidente a Bogotà. Attraversa l’oceano per raggiungere Parigi. Qui intende continuare gli studi universitari e può contare sull’accoglienza della zia Estela, che vive in un piccolo appartamento con la fidanzata Lise. Tuttavia, la nostalgia per la sua terra, l’assenza del suo ragazzo Julio, rimasto in Colombia, insieme a una situazione economica divenuta ormai precaria, finiscono per renderla fragile e insicura.
In questo contesto Laura incontrerà nuove persone, come l’irresistibile studente veneziano Marco e il raffinato finanziere parigino Mathieu. Scoprirà un mondo nuovo, in cui la cultura, l’arte e la cucina contribuiscono ad alimentare passioni e conflitti. Ma i fantasmi del passato sono destinati a ritornare, mentre il presente riserva pericoli inattesi e rocambolesche avventure.

1 Elena Maria B. Rodriguez. cover TP copia 2
#estratto1:
Sapeva che nulla sarebbe stato più uguale. Lei, alunna brillante che aveva potuto frequentare il liceo francese di Bogotà, un istituto privato di livello riservato ai francesi expatriés e ai colombiani benestanti; lei che aveva iniziato l’Università a Bogotà e che poteva concedersi un pomeriggio di shopping nell’elegante Barrio Rosa, quando ne aveva voglia; ebbene lei, che aveva la muchacha in casa, la Florcita, che non le aveva mai permesso di sollevare un piatto; sì, lei, Laura García Fernandez, figlia del banchiere Manuel García García e di doña Laura, da cui aveva ereditato anche il nome secondo la tradizione familiare; era dovuta fuggire da Bogotà, la città della sua infanzia e della sua giovinezza dorata come una pezzente, espropriata di tutti i suoi averi, per raggiungere la zia Estela a Parigi.

3 Elena Maria B. Rodriguez. card copia 2

#estratto2:
Laura si alzò dal divano letto e si rimirò nello specchio oblungo, che restituì la sua nudità. Non era molto alta. Aveva un bel corpo, anche se non proprio delle curve mozzafiato, ad eccezione dei seni rifatti. Aveva le spalle un po’ ingrossate a causa del nuoto. Era una bella ragazza, con un gran bel volto, ma non certo una modella. Le occhiaie sottili che le solcavano il viso rivelavano la sua infelicità, seppure contrastata dalla giovinezza, dalla forza di carattere, dalla voglia di vivere, da quel naturale entusiasmo che non riusciva a reprimere. Sopraggiunse allora una nuova crisi di pianto, che accompagnò parole biascicate a voce alta, rivolte alla sua immagine riflessa: «Te extraño mucho Julio. Extraño mi papá, mi mamá…».
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