SERVIZI SOCIALI: LE ISOLE AUMENTANO DELL’1,4%, SOLO LA SICILIA CALA (-0,6%)

Lieve ripresa per la spesa sociale dei comuni. Nel 2015 la spesa dei Comuni per i servizi sociali, al netto del contributo degli utenti e del Servizio Sanitario Nazionale, ammonta in volume a circa 6 miliardi 932 milioni di euro, corrispondenti allo 0,42% del Pil nazionale.

Roma, 27 dicembre 2017-La spesa di cui beneficia mediamente un abitante in un anno è pari a 114 euro a livello nazionale e rimane invariata dal 2013 al 2015. Al Sud la spesa pro-capite è decisamente inferiore rispetto al resto d’Italia: da 50 euro pro-capite si passa a valori superiori a 100 euro annui in tutte le altre ripartizioni, con un massimo di 166 euro per il Nord-est. Il 38,5% delle risorse è destinato alle famiglie con figli, il 25,4% ai disabili, il 18,9% agli anziani, il 7% al contrasto della povertà e dell’esclusione sociale, il 4,2% agli immigrati e lo 0,4% alle dipendenze. Il rimanente 5,6% della spesa sociale dei comuni è assorbito dalle spese generali, di organizzazione e per i servizi rivolti alla “multiutenza”.L’ammontare delle risorse impiegate per il welfare locale dai Comuni, singolarmente o in forma associata, è monitorato dall’Istat a partire dal 2003: fino al 2009 si registra un incremento graduale e continuo, ad un tasso medio annuo del 6%; la crescita si interrompe nel 2010 con una sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente, nel 2011 si ha una prima lieve diminuzione, che prosegue nel biennio successivo. I dati del 2014 mostrano una lieve ripresa delle risorse destinate alla rete territoriale dei servizi socio-assistenziali (0,8%) e i dati 2015, anche se provvisori, indicano un ulteriore lieve incremento (0,2%).

( Anni 2003-2015*) * dati provvisori

Fra il 2013 e il 2014 l’aumento delle risorse dedicate ai servizi di cura e al sostegno economico per le persone e le famiglie non è generalizzato e uniforme sul territorio. L’incremento percentuale più alto si ha nel Nord-est: la spesa aumenta fra il 2013 e il 2014 del 2,3%, ovvero di circa 43 milioni di euro complessivamente, di cui 36 milioni nella sola Provincia Autonoma di Bolzano che registra l’incremento più alto (+16% rispetto all’anno precedente). Nelle altre regioni e province del Nord-est l’incremento è molto più contenuto (da un massimo dello 0,8% del Veneto allo 0,1% dell’Emilia Romagna).Nel Nord-ovest si ha una variazione positiva dell’1,3%, in gran parte spiegata dall’andamento della spesa nei comuni della Lombardia (+21 milioni di euro). I comuni del Centro mostrano, invece, una diminuzione complessiva dello 0,6%, con variazioni di segno negativo in Toscana, Umbria e Marche, mentre i comuni del Lazio nel complesso si attestano su +0,1%. Al Sud si ha un calo del 2% della spesa dei comuni, ma con oscillazioni contrastanti a livello regionale: dal +5,3% del Molise si passa al -6,9% della Calabria. Le Isole aumentano complessivamente dell’1,4% ma con un aumento del 3,3% in Sardegna e un calo dello 0,6% in Sicilia.Fra il 2014 e il 2015 si registrano aumenti in alcune regioni del Nord come Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, ma anche in diverse regioni meridionali: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, che vedono in crescita non solo la spesa in valore assoluto, ma anche il valore in rapporto alla popolazione residente.La spesa di cui beneficia mediamente un abitante in un anno è pari a 114 euro a livello nazionale e rimane invariata dal 2013 al 2015.



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