Scontro treni Andria-Corato, l’indagine ministeriale: “La legge del 2007 sulla sicurezza applicata solo dopo l’incidente”
L'Italia, come raccontato la scorsa estate da
Ilfattoquotidiano.it, avrebbe dovuto applicare una normativa europea già nel
2007. Ma le regole più stingenti sulla sicurezza sono entrate in vigore solo
dopo l'incidente ferroviario del 12 luglio 2016 nel quale persero la vita 23
persone. Nonostante, dice ora la Digifema, quei sistemi di sicurezza al ribasso
dovessero essere abbandonati già 9 anni prima: "È la causa a monte. Non
erano previste in tal senso né deroghe né proroghe", scrivono gli
ispettori del Mit. L'indagine penale verso la chiusura entro la fine dell'anno
La normativa europea non fu “correttamente”
recepita, nonostante “non prevedesse in tal senso né deroghe né proroghe“.
Eppure l’applicazione del decreto legislativo con il quale l’Italia si adeguava
alle norme imposte dall’Unione europea“è di fatto avvenuta dopo circa
nove anni, successivamente all’incidente ferroviario”. Se tutto fosse andato
secondo i tempi previsti, la “corretta implementazione” del quadro normativo
“avrebbe messo Ferrotramviaria” nelle condizioni “di dover adottare
un sistema di gestione della sicurezza”.
“Mancata applicazione è la causa a monte”
Invece tutto quel percorso è avvenuto – anche in maniera rapida – solo dopo
che il 12 luglio 2016 due treni si
scontrarono frontalmente nel tratto Andria-Corato, provocando 23
morti e50 feriti. Un disastro che ha come “causa
a monte”, è scritto nero su bianco, proprio la lentezza con
cui l’Italia si è messa al passo con le regole imposte da Bruxelles. È una
delle conclusioni alle quali è giunta la Digifema, l’organismo
del ministero dei Trasporti che si occupa delle investigazioni
sugli incidenti ferroviari e marittimi, confermando la ricostruzione fatta da ilfattoquotidiano.it nel
primo anniversario della strage. La presentazione dell’indagine
ministeriale – quella penale della procura di Trani dovrebbe
chiudersi nelle prossime settimane – alle parti in causa si è tenuta negli
scorsi giorni e quello relativo allo scorretto recepimento della direttiva
europea è uno dei passaggi fondamentali per comprendere in quale humus è
maturata la tragedia a causa dell’uso del blocco telefonico e
degli errori umani. Per un motivo molto semplice: se l’Italia
avesse rispettato i tempi, i treni di Ferrotramviaria non avrebbe potuto
viaggiare in quel modo nel giorno della tragedia. Continua a leggere……
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