Poesia, di Guido Mazzolini

Un giorno me lo hai chiesto. Era una mattina malinconica di fine Agosto, la città vuota, cicale impazzite e un cielo di nuvole bianche. «Cos’è la poesia?» Mi hai guardato negli occhi senza attendere una risposta. Bella domanda. Inaspettata. Poesia è iniziazione. 
È una donna bella che conosci sui banchi di scuola, svogliato e un po’ assente tra letture interminabili e inutili rime. Crescendo te ne dimentichi fino a quando una mattina di un giorno qualunque ti torna in mente un verso, un’immagine imparata a memoria tanti anni prima, e ti accorgi che era rimasta incastrata in un pezzo di cuore e quello era il momento più adatto per farla sbocciare. E il piccolo seme di un verso fiorisce, e anche questo è Poesia. 
Esiste un linguaggio normale, è il quotidiano dialogo tra gli esseri umani, utilissimo per condividere esperienze e informazioni. Ma c’è anche un altro modo di esprimersi, più sottile e magico. Esiste un linguaggio speciale che serve a definire l’innominabile, a esprimere l’inesprimibile. 

Artigli e picconi, parole che graffiano e scavano. Incontri versi sublimi, metafore talmente elevate da farti pensare che tutto possa essere metafora di qualcos’altro e anche questo è Poesia. Incontri i Poeti, viaggiatori di nulla e costruttori di niente, armati di un bisturi così tagliente da sezionare allo stesso modo il più puro dei sentimenti e il peccato più sporco. Inutili Poeti, inutili e sfacciati. 
La Poesia è il vizio di spendere il tempo in solitudine, cercando l’aggettivo più adatto, il suono che meglio esprime il tuo essere inquieto. La Poesia è preghiera che scava intimamente scoprendo l’Essenza più sublime dell’Anima. S’innalza e risplende, loda e ringrazia, implora e contempla la Vita. Un giorno me lo hai chiesto e ora, maldestramente, cerco di darti una risposta. La mia risposta, così diversa dalla tua.
Guido Mazzolini



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