La sanità lancia l’sos: mancano specialisti
Pochi
anestesisti, ortopedici, pediatri, Saitta prevede un “periodo di emergenza”
L’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta,
non ha voluto toccare il tema dell’accorpamento fra Asl e Aso. Ma ha avuto
parole di forte apprezzamento per i due direttori, Giovanna Baraldi,
dell’Azienda ospedaliera, e Gilberto Gentili, dell’Asl: «Ho fiducia completa e
totale». Lo ha detto ieri pomeriggio, accompagnato dal consigliere Domenico
Ravetti, in occasione della sua visita all’Aso, prima con l’inaugurazione del
poliambulatorio Ghilini, poi con quella del reparto di degenza della chirurgia
e traumatologia pediatrica, all’Infantile.
Il giudizio positivo dell’assessore deriva dall’«efficientamento» che è
stato attuato nell’Azienda ospedaliera, in linea con gli obiettivi dati dalla
Regione ai manager, cioè, fondamentalmente, mantenere e, se possibile, ampliare
l’offerta dei servizi ai cittadini benché a parità di risorse. Un risultato che
all’Aso è stato ottenuto riorganizzando gli spazi e liberando e concentrando
risorse umane. Come nel caso del poliambulatorio Ghilini. Qui, al primo piano
dell’ala rosa, sono state portate attività di diagnosi con strumentazioni
complesse che prima venivano svolte nei singoli reparti, in zone diverse del
Santi Antonio e Biagio (per ora allergologia, cardiologia, reumatologia,
pneumologia, da gennaio anche oculistica), sfruttando meglio il personale infermieristico
e amministrativo. Anche all’Infantile la
«produzione» di prestazioni è aumentata. Tanto che la domanda in questi 9 mesi
ha avuto un’impennata, come ha sottolineato il chirurgo Alessio Pini Prato, e la
lista d’attesa per un intervento è salita da uno a 4 mesi. Proprio l’Infantile
è ritenuto uno dei «gioielli» della sanità piemontese. È uno dei tredici
ospedali pediatrici d’Italia, uno dei più vecchi (ha 127 anni), e ha come punto
di forza di poter contare anche sulle risorse tecnologiche e sulle competenze
professionali del vicino dell’ospedale Civile.
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