Cortocircuito temporale

Vado sulla mia bicicletta Atala verso l'edicola, bardato bene con sciarpa, giaccone e guanti in questa mattina fredda di febbraio. Sono sulla pista ciclabile e trovo i soliti pendolari che vanno alla stazione: questa donna che si ferma sempre nel condominio rosso prima di raggiungere il treno, l'altra che cammina elegante con la borsa di pelle, il ragazzo con le cuffie nelle orecchie e il cappellino di lana... Guardo l'orologio: le 8 e 14.
Compro il solito quotidiano e saluto l'edicolante, metto il giornale nel portapacchi e riparto. Sulla pista altri volti che incrocio tutti i giorni: la signora con gli occhiali e il berretto di panno, l'uomo dalla testa rasata con il cappotto scuro... Poi vedo venirmi incontro un'altra bicicletta, in senso opposto al mio. Penso se su una pista ciclabile, incrociandosi, ci si debba salutare come succede su un sentiero di montagna. No, ovvio che no. Intanto l'uomo con la bicicletta diventa più vicino, ha qualcosa di familiare. Ci incrociamo... Mi guarda, lo guardo. Ma... sono io! Sono sbigottito, per poco non cado dalla bicicletta. L'uomo - l'altro me - si ferma e fa un passo indietro. Dice - dico? - "Non ti preoccupare, è solo un cortocircuito temporale: io sono te di qualche minuto fa, non vedi quella signora che entra nel condominio rosso e l'altra con la borsa di pelle? Non vedi il ragazzo con le cuffie?".
Sarà, riesco a pensare, ma resteremo sdoppiati? Le nostre vite prenderanno un bivio da questo cortocircuito? Oppure uno di noi due si dissolverà? E se quello fossi io? Guardo l'orologio: le 8 e 18. E così facendo mi distraggo un attimo. Quando rialzo gli occhi, l'altro me non c'è più e il treno si sta portando via tutti quanti: la signora del condominio, quella elegante, il ragazzo con il berretto di lana, la signora occhialuta, il calvo con il cappotto scuro...
2009
FOTOGRAFIA © HIGH TONED


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