ALL’UPO SI SICUTE DI CYBER SICUREZZA

Università e AIN organizzano un convegno mercoledì 11 ottobre a Novara.
Cyber Security: aziende e Istituzioni a confronto” è il titolo del convegno in programma mercoledì 11 ottobre 2017, a partire dalle 9, nell’Aula Magna dell’Università del Piemonte Orientale (Upo) in via Perrone 18, a Novara.
Organizzato dall’Associazione Industriali di Novara e dall’Upo per fare il punto della situazione su uno dei problemi più gravi con i quali imprese, professionisti e singoli cittadini si devono confrontare quotidianamente, il convegno sarà introdotto dai saluti del Rettore Cesare Emanuel, del direttore del Dipartimento di studi per l’Economia e l’Impresa Eliana Baici, del presidente dell’Ain e di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli, e del presidente della Piccola Industria di Confindustria Piemonte Carlo Robiglio.
La prima relazione in programma, intitolata “La sicurezza delle informazioni aziendali e la gestione del rischio”, sarà a cura di Roberto Candiotto e Silvia Gandini, docenti di Organizzazione aziendale e Sistemi informativi aziendali al Dipartimento di studi per l’economia e l’impresa. Seguiranno l’intervento del procuratore della Repubblica di Novara Marilinda Mineccia, intitolato “Imprese e imprenditori vittime della criminalità informatica”, e quello di Francesca Bosco del United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute, dedicato al “Panorama delle minacce attuali e future a livello internazionale”. Le indagini in materia di criminalità informatica saranno illustrate dal Nucleo speciale frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, mentre Clemente Carfora, della Divisione Gestione delle informazioni – Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, parlerà di “Cybersecurity e antiriciclaggio: sinergie e complementarità”. Concluderà l'incontro, prima delle considerazioni finali del prof. Candiotto, anche moderatore dei lavori, la testimonianza aziendale di Alberto Baban, presidente della Piccola Industria di Confindustria.

«Tra i maggiori problemi nella lotta al cybercrime – dichiara il presidente dell’Ain Fabio Ravanelli – figurano senza dubbio la ancora scarsa sensibilità e consapevolezza della gravità dei danni che possono essere prodotti nelle aziende di ogni dimensione. Siamo di fronte a un vero e proprio “squilibrio” di risorse tra chi attacca e chi difende, sia nelle grandi imprese, che possono impiegare budget elevati per la propria sicurezza, sia nelle PMI, che spesso non hanno al loro interno competenze sufficienti per contrastare i cyber criminali con la necessaria prontezza. L’impatto economico sulle attività delle imprese può essere molto serio e va dal danno d’immagine, al furto di proprietà intellettuale, alle richieste di risarcimento danni da parte dei clienti. Per questo motivo è fondamentale fare fronte comune e trovare soluzioni, culturali e tecnologiche, adeguate alla gravità e alla pervasività della sfida che ci troviamo, e siamo destinati a trovarci ancora per lungo tempo, di fronte».

«Le statistiche – aggiunge il rettore dell’Upo Cesare Emanuel – dicono che ogni mese in Italia un attacco informatico su tre va a buon fine. Nel 66% dei casi, viene scoperto in ritardo, spesso a distanza di mesi. Questo perché il cyber-crimine non solo è un fenomeno in continuo aumento, e quindi non sempre si adottano strumenti, policy e sistemi di governance adeguati per tutelarsi, ma è anche un fenomeno in costante mutamento, che rende perciò difficile agli organi di controllo (polizia, magistratura, etc) adattarsi e prendere contromisure efficaci. L’accademia ha il dovere di collaborare con queste istituzioni mettendo in campo la professionalità dei propri ricercatori, affinché ci sia un trasferimento di conoscenze realmente efficace per il territorio e la società civile».

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