Ndrangheta infiltrata nella politica, 27 arresti in Lombardia, c'è anche il sindaco di Forza Italia di Seregno

NON SI SALVA NESSUNO!!!. Siamo alle solite, quando si assumono ruoli di potere in politica sembra quasi inevitabile che si finisca principalmente per fare i propri interessi e quelli degli amici... del resto non per niente che alle elezioni partecipano una mare di candidati...  
A questo punto però comincia a sorgere un dubbio, evidentemente noi italiani siamo fatti così è nel nostro DNA e quindi appena ne abbiamo le possibilità cerchiamo di arraffare quanto più possibile, dimenticandoci di quanto dichiarato in precedenza in merito a onesta, trasparenza e legalità!!!, del resto come si dice "Ogni popolo a il Governo che si merita!!!". 
Quindi è inutile lamentarci con i politici se poi siamo noi per primi a razzolare male... però c'è una considerazione da fare, queste situazioni non succedono mai nel mondo della aziende private, ma solo nel pubblico... perciò nel settore in questione c'è un problema specifico e sino a che non si sia trovato il modo di risolverlo questi fatti continueranno a perpetrarsi a livello trasversale... nessuno formazione politica esclusa, o quasi... nel frattempo i cittadini continuano a pagare il conto...
Pier Carlo Lava

Maxi operazione, il primo cittadino accusato di corruzione. Pesanti le accuse per gli altri soggetti coinvolti

26/09/2017 07:28
Maxi operazione in Lombardia con raffiche di arresti per infiltrazioni della 'ndrangheta nel mondo della politica e dell'imprenditoria. Sono 27 le misure cautelari (21 in carcere, 3 ai domiciliari e 3 interdittive) firmate dai Gip Pierangela Renda e Marco Del Vecchio che hanno raggiunto altrettante persone nelle province di Monza, Milano, Pavia, Como e Reggio Calabria.
Fra le persone coinvolte spicca il nome del sindaco di Seregno (Monza) Edoardo Mazza, di Forza Italia, arrestato dai carabinieri in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari con l'accusa di corruzione: avrebbe favorito gli affari con un imprenditore legato alle cosche, il quale si sarebbe a sua volta adoperato per procurargli voti.
Tra gli indagati c'è anche l'ex vicepresidente della Lombardia, ora consigliere regionale di Forza Italia, Mario Mantovani, già arrestato due anni fa in un'altra inchiesta, che è accusato di corruzione (non gli vengono contestati reati di mafia). Da quanto si è saputo, l'accusa riguarda i suoi rapporti con l'imprenditore Antonio Lugarà, lo stesso che ha intrattenuto rapporti con il sindaco di Seregno, Edoardo Mazza, finito oggi ai domiciliari.

A legare a "doppio filo" politica e 'ndrangheta, secondo l'inchiesta, sarebbe stato un imprenditore edile di Seregno il quale avrebbe intrattenuto rapporti con politici del territorio, e coltivato frequentazioni e rapporti fatti di reciproci scambi di favori con esponenti della criminalità organizzata. Il suo ruolo sarebbe stato "determinante" per l'elezione del sindaco arrestato, secondo le ricostruzioni degli inquirenti. Il suo interesse era quello di ottenere dai politici una convenzione per realizzare un supermercato nel monzese.
I soggetti colpiti sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, abuso d'ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale.
L'inchiesta dei carabinieri, partita nel 2015, e che porta la firma dei Pm monzesi Salvatore Bellomo, Giulia Rizzo e del Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti e dei Pm della DIA Alessandra Dolci, Sara Ombra e Ilda Boccasini, rappresenta una costola dell'indagine "Infinito", che nel 2010, sempre coordinata dalle procure di Monza e Milano, aveva inferto un duro colpo alle "Locali" 'ndranghetiste in Lombardia.
Dopo "7 anni" di indagini sulla 'ndrangheta in Lombardia "posso dire che c'è un sistema" fatto di "omertà" e di "convenienza da parte di quelli che si rivolgono all'anti Stato per avere benefici". Lo ha detto il procuratore aggiunto della Dda di Milano Ilda Boccassini nella conferenza stampa sul maxi blitz spiegando anche che "è facile" per le cosche "infiltrarsi nel tessuto istituzionale".

Boccassini ha poi spiegato che con il maxi blitz "è stata individuata una delle persone che era rimasta fuori" dagli arresti dell'operazione 'Infinito' del 2010 e che partecipò in quell'anno al noto summit in un centro intitolato alla memoria di Falcone e Borsellino. Il giudice ha precisato che un altro dei dati emersi dalle indagini "purtroppo è la violenza gratuita" manifestata dagli affiliati alle cosche.

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