IO SONO L'IDIOTA, Fulvio De Sanctis


IO SONO L'IDIOTA

Io sono l'idiota che non capisce, che non si candida alle liste.
Sono l'idiota che non ha un mestiere, che parla solo se non gli conviene.
Io sono l'idiota, poco adeguato, il più delle volte mi trovi annoiato.
Sono l'idiota e ancora ci credo, ed è per questo che neanche ti vedo; perché un idiota non cova discorsi per l'opera prima di mesti concorsi. 
L'idiota si ferma, ti volta le spalle; l'idiota si mette ad annusare le stalle; si gratta la testa, ti rutta beato perché al tuo mondo non è condannato.
Io sono l'idiota e seguo il mio filo, la luna, le strade, i grandi silenzi. 
Sono l'idiota che va debellato, perché non conforme al modello sperato.
E cerco altri idioti, che non sono tanti, 
faremo una festa per pochi viandanti, così da osservare le vostre saccenze, le vostre bottiglie di vini pregiati... e mentre gioite di averli pagati, noi idioti puntiamo lo sguardo alle stelle
Son tante ed immense le stelle, le stelle... l'idiota le vede cadere sul mare, e allora è per questo che a volte non parla, perché al furore di mille cazzate è meglio quell'astro così decantato, che è solo dei folli, dei pochi in difetto, delle anime "strane", dell'idiota perfetto.



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