Con altro sguardo, Poesie Massimo Galli


Con altro sguardo

Diceva che la vita è una brutta abitudine
che è come la roulette e che lui perdeva sempre,
diceva anche che l’amore è una brutta abitudine,
che è come un’eruzione e che lui finiva sempre
sommerso dalla lava.
Chiuso in se stesso evitava di coltivare amicizie,
di dispensare tenerezze;
diceva che potevano essere contagiose
e che lui non aveva più voglia di curarsi.
Diceva che il sonno è una brutta abitudine
ma amava la notte e il silenzio,
poiché solo dall’oscurità e dal silenzio
riusciva a estrarre il vero succo della vita.
Rintanato nel suo guscio,
come un’ostrica coltivava la sua perla:
una perla fatta di parole, di sogni, di speranze,
di versi, di poesie, una perla di viaggi fantastici
percorsi tutti ad occhi chiusi.
Si paragonava ad un albero
che dalle radici interrate, dal buio,
trae la vera sostanza
e come un albero, silenzioso, si innalzava
al cielo per odorare il vento che portava in seno
il profumo delle sue parole.

Immobile, discreto, allargava le braccia al cielo
respirando albe e tramonti, dominando la natura,
sfamando così il suo spirito, la sua voglia di cielo,
la sua fame di vero.
Diceva anche che la sua anima era libera
che la lasciava volare ad ogni rimpianto
ogni qualvolta la memoria con la sua lama fredda
tornava a tentarlo, e restava lì, paziente,
come un albero spoglio ad aspettare la primavera.
Diceva che la vita è una brutta abitudine,
che è come la roulette e che lui perdeva sempre
diceva che anche l’amore è una brutta abitudine
che è come un’eruzione e che lui finiva sempre
sommerso dalla lava, ma amava la vita e l’amore.
Una vita e un amore diversi da quelli
che aveva conosciuto, aveva imparato
ad amare il mondo, la natura, l’universo
e anche l’umanità, quell’umanità così debole,
così sperduta, così tenera, così in bilico,
che ora, dall’alto delle sue fronde
vedeva con altro sguardo
massimo galli


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