Una riflessione di Laura Barone

by, Laura Barone 
RIFLESSIONI
Ci domandiamo spesso come sia possibile essere arrivati a questo punto. 
Come mai in Europa non si possa più andare ad un concerto, ad una sagra o scendere in una metropolitana senza pensare:"Che Dio me la mandi buona".
Il problema che a molti di noi sfugge è che da almeno 30 anni il "progresso" ha creato delle interconnessioni geo-politiche che prima non sarebbero state possibili ed ha scatenato per i soliti vecchi motivi economici e demografici una guerra mondiale, per così dire: "a nostra insaputa".. 
Molti di noi, infatti, non se ne sono ancora accorti, o per indifferenza, o perchè impegnati a mantenere il proprio livello di benessere che è ormai sempre più a rischio. Palestina, Afganista, Iraq, Libia, e non solo, ne sono stati la miccia. 
Le tecniche di guerra, con la globalizzazione, sono cambiate; la tecnologia militare è talmente avanzata che una guerra tra eserciti verrebbe neutralizzata in poco tempo. Si preferisce quindi , col pretesto religioso, indottrinare bambini e giovani che, utilizzando una tecnica di guerriglia urbana, seminano il terrore tra i civili. 
Paradossalmente, un esercito è facile da individuare e neutralizzare, una cellula terroristica no. Dalla prima guerra mondiale ad oggi la percentuale di civili morti sotto ai bombardamenti è passata dal 20 al 90%...il che dovrebbe dircela lunga su come la guerra sia cambiata e ci riguardi direttamente. Che fare? Non è certo semplice dare una risposta a questa domanda, la situazione è talmente deteriorata che, scusate il pessimismo, non vedo soluzioni plausibili. 
Sicuramente un errore fatto a monte e a cui si è tentato di porre rimedio troppo tardi, è stato il non intervenire in tempo con regole precise e accordi internazionali. Il non dire a chiare lettere:"Benvenuti, queste sono le nostre regole che si basano sul concetto di reciprocità, se io vengo nel tuo paese mi attengo alle tue regole, mi piacciano o no, se tu vieni nel mio tu devi fare altrettanto, per cui se non le accetti puoi tranquillamente sceglierti un altro luogo".

 Ricordo invece che, qualche decennio fa, molti venivano presi dall'aspetto folkloristico dei nuovi arrivati accettavano tout- court qualsiasi cosa. Certo, lo so, sto semplificando, il discorso sarebbe molto più complesso, ma lo sappiamo, FB, quando non è fuorviante è comunque uno spazio asfittico per discorsi del genere.
A mio modesto parere, le culture che si confrontano, devono farlo in senso laico, solo su questo piano si può trovare un punto d'incontro, se si trasferisce il confronto sul piano religioso non si arriva da nessuna parte, ci saranno solo reciproci arroccamenti dietro ai propri dogmi e il dialogo andrà a farsi benedire e, a quel punto, non importerà più che, il benedicente, sia Prete, Imam, Rabbino, Monaco buddista o Bramino.
Alcune culture questa scissione tra religione e laicità non l'hanno storicamente vissuta ma un intervento educativo e culturale in tal senso, 30 anni fa, non sarebbe stato impossibile farlo. Ora è troppo tardi e saremo soggetti al naturale corso della storia; la vecchia Europa che non vede più i figli come una risorsa ma come un costo scomparirà sommersa dall'ondata di giovani energie che con se porteranno un diverso pensiero e il mondo andrà come è sempre andato oscillando avanti e indietro su quei corsi e ricorsi storici Vichiani che sulla linea temporale si ripeteranno all'infinito o quantomeno fino all'estinzione della specie umana intenta a fare il "gallo pettoruto" affacciata al proprio balcone, convinta della propria supremazia culturale e/o genetica. Amen.










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