Terzo Valico: salvare le falde acquifere è più importante che costruire tunnel
di Tino Balduzzi
Oltre allo spreco di risorse, il
Terzo Valico fa grossi danni alle falde acquifere. Non solo alle falde
superficiali, ma anche a quelle profonde che ricevono l’inquinamento
proveniente dalle falde di superficie perché messe in comunicazione tra loro da
migliaia di pozzi profondi, indipendentemente dal fatto che essi siano
utilizzati o meno. Si tratta di pozzi realizzati nel secolo scorso con una
tecnica ora non più ammessa. Della maggioranza di quei pozzi non è mai stata
denunciata l’esistenza alle autorità competenti. Si stima che ve ne siano tra
50 e 100mila in tutta la Pianura Padana e la direttiva europea 60 del 2000
obbliga a ricondizionarli imponendo di isolare le falde tra loro, con un costo
medio tra 20 e 30mila euro a pozzo. La Regione Piemonte ha imposto di
ricondizionarli tutti entro il 2016, ma poi, a causa dei risultati irrisori, ha
spostato il termine al 2021. Un clamoroso fallimento derivante dal fatto che
l’operazione non è stata adeguatamente finanziata. Il buon senso dice che
salvare le falde acquifere è più importante che costruire tunnel, ma in Italia
la politica dice l’opposto. Non solo. Nell’alessandrino la stessa classe
politica che favorisce il Terzo Valico permette che su falde acquifere vitali
per la sopravvivenza della popolazione si trattino rifiuti e si realizzino
pericolose discariche. come avviene, rispettivamente, a Predosa e a Sezzadio.
Due aspetti pochissimo noti aggravano la situazione: la lentezza delle falde di
pianura che per percorrere un chilometro ci possono mettere alcuni anni
garantendo l’impunità per prescrizione agli inquinatori, e poi l’esistenza,
proprio sotto le cave scelte per metterci le terre da scavo del Terzo Valico,
di una preziosissima falda acquifera che arriva fino a 1500 metri di profondità
per uno spessore di circa 900 metri. Una invisibile riserva vitale, non solo
per il Piemonte. Ma totalmente indifesa da una classe politica che gioca il
futuro della popolazione alla “slot machine” della “crescita”.
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