Siamo figli della pioggia, Loredana Mariniello


Siamo figli della pioggia,
lagrimiamo mendicando
una tenera carezza .
Ogni goccia lava via
dalla faccia la maschera
di un pagliaccio
dal calcato trucco
e rivela il chiaror
di una purezza
su una guancia
sbiancata da una spietata
scheggia di acquaragia.
Cola giù dal volto
un minuzioso dipinto
che tinge di vernice
l'asfaltato cemento,
sopra il quale l'uomo triste
sosta tremando.
Con lo sguardo spento
di un vecchio vagabondo
vaga nell'antologia
del suo pensiero meditando
su quanto di importante
va cercando in un'insulsa vita
che scorre lentamente,
si va estinguendo,
tramuta prima in cenere
e dopo... dopo in niente.

La pioggia passa, bagna,
ma di sè non lascia
alcuna traccia,
così come ogni individuo
che si affaccia un solo istante
a mirar il panorama
intravisto nell'altrui sguardo,
per poi sparir del tutto
nel giro di un momento,
dacchè oggi è labile
la forma del sentimento,
sbiadisce e non lascia
neanche l'ombra di un ricordo,
pieghevole cede il passo
a un nuovo fiordo della mente
esordio di un ennesimo
volubile incontro,
che a breve verrà anch'esso
obliato per sempre !
Nulla resta, tutto muta
velocemente
nella caducità di un'esistenza
fragile e incostante.






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