Roma, regina del turismo ma solo mordi e fuggi

La Città Eterna è ancora la meta preferita degli stranieri in visita nel nostro Paese, con 20 milioni di arrivi e 40 milioni di presenze nell’ultimo anno
Pubblicato il 15/08/2017
FEDERICO CAPURSO ROMA
«Roma è il luogo perfetto per guardare la fine del mondo». Lo scrittore statunitense Gore Vidal - come spesso accade a chi è straniero - della città immortalata da Fellini era riuscito a renderle omaggio cogliendone in breve tempo i vizi. Immersa nella grandezza del suo passato e per questo noncurante delle sciagure che su di lei incombono. Così dev’essere agli occhi del turista che arriva nel 2017 nella Città Eterna. Considerazione che oggi non nasce da riflessioni letterarie, ma dai dati e dalle ricerche statistiche che raccontano una Roma regina del turismo italiano, sì, ma sempre meno di qualità. 
La Città Eterna è ancora la meta preferita degli stranieri in visita nel nostro Paese, con 20 milioni di arrivi e 40 milioni di presenze nell’ultimo anno. Affluenza che porta nelle casse del Comune, grazie alle tasse sul soggiorno, tra i 100 e i 120 milioni di euro.  


Crescita rallentata  
Secondo i dati forniti dall’osservatorio di Federalberghi, la crescita del numero di turisti dovrebbe aumentare del 2% nel mese di agosto rispetto al 2016. Un dato positivo che diventa però più amaro se messo a confronto con il trend degli ultimi anni, quando la crescita nello stesso periodo oscillava stabilmente tra il 4 e il 5%. Roma rallenta, dunque. E la permanenza media dei turisti in città, è anch’essa in riduzione. Poco più di due giorni (2,3 nel mese di maggio) vengono ormai ritenuti sufficienti per dare un’occhiata a Colosseo, Fori Imperiali, San Pietro, Musei Vaticani, Fontana di Trevi, piazza di Spagna e poi via, ripartire verso altri lidi. Meno giorni e, di conseguenza, meno soldi spesi.  

La crescita, che c’è, finisce quindi per non avere un impatto così positivo sulle casse degli albergatori. Gli ultimi dati dell’Ente bilaterale del turismo nel Lazio dicono che i ricavi medi per camera occupata a maggio 2017 mostrano un calo dell’1,2 per cento rispetto al 2016. E anche in un periodo più ampio, come gennaio-maggio, il saldo resta negativo: meno 0,7 per cento. Colpa della concorrenza spietata di bed & breakfast e delle case-vacanza, certo, ma non può essere solo questo.  

Secondo i dati della Banca d’Italia, i turisti stranieri nel 2016 hanno speso 5,6 miliardi di euro durante il loro soggiorno romano, facendo segnare una diminuzione di 600 milioni rispetto all’anno precedente. Il 10% in meno in un anno diventa un dato ancora più forte se letto alla luce di un aumento complessivo, in tutta Italia, dell’8,7% della spesa. Russi, giapponesi, americani e coreani, protagonisti dello shopping di lusso, preferiscono andare a Milano, Venezia, Firenze. 

Offerta deludente  
«Manca programmazione», è la lamentela diffusa nella Capitale. Che si traduce nel saper attrarre i grandi investimenti, come le Olimpiadi ripudiate da Virginia Raggi a settembre. E nel riuscire a distribuire gli eventi, i congressi, le fiere, durante tutto l’arco dell’anno, e non solo nei mesi estivi. Ma è anche la qualità che manca. Roma Estate, la manifestazione nata sotto la guida di Giulio Carlo Argan e del suo assessore Renato Nicolini che riuscì a portare nuova vitalità nella città atterrita degli anni di piombo, sembra essere diventata la brutta copia di quello che era. Le selezioni cinematografiche di Massenzio oggi offrono pellicole del grande circuito e vecchie di qualche anno. Il teatro sperimentale è stato sostituito da un toro meccanico, dai bar e dai ristorantini che si ripetono lungo il Tevere. I festival in spiaggia con ospiti celebri come i poeti beat Allen Ginsberg e Peter Orlovsky, che dagli Usa arrivavano a Castel Porziano, sono un ricordo. A Ostia, quartiere sul mare, quest’anno si rinuncia persino ai fuochi d’artificio e al tradizionale Concertone di Ferragosto, che in passato aveva visto esibirsi artisti come Renzo Arbore e Fiorella Mannoia.  

Anche gli italiani finiscono per amarla sempre meno, preferendo altre città. Complice, certo, la cattiva pubblicità di Mafia Capitale, delle emergenze che nella loro frequenza quotidiana hanno ormai perso il loro carattere di eccezionalità, trasformandosi in una costante lotta contro il sistema del trasporto pubblico, dei rifiuti, e in ultimo, dell’acqua che nella «Città dell’acqua», per assurdo, rischia di mancare. 

Per tutto questo, Roma viene sempre meno «vissuta» e sempre più considerata una tappa low cost, da mordi e fuggi nel fine settimana. Un giro sul toro meccanico e addio. 
*****AVVISO AI LETTORI************* 

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