PIÙ DI UN 1.600.000 EURO A SOSTEGNO DEI CENTRI ANTIVIOLENZA E CASE RIFUGIO

Si è riunito il tavolo di coordinamento permanente regionale dei centri antiviolenza, delle case rifugio e del centro esperto sanitario, istituito come previsto dall’art.5 della legge regionale 4 del 24 febbraio. Il tavolo è convocato dall’assessorato alle Pari Opportunità della Regione Piemonte e dal dicembre del 2016 si è già riunito in sei occasioni coinvolgendo i soggetti titolari dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, il responsabile del Centro di supporto e ascolto vittime di violenza Demetra e ila responsabile del Centro Soccorso Violenza Sessuale (SVS) dell’ospedale Sant’Anna di Torino.
La Regione Piemonte in questo modo sta dando continuità alle attività della rete regionale di sostegno alle donne vittime di violenza. Il tavolo di coordinamento permanente è la sede adatta per mantenere confronto, scambio di informazioni e condivisione di esperienze tra chi opera su questo fronte. Al momento 15 Centri antiviolenza e 9 Case rifugio hanno avanzato la domanda per l’iscrizione all’albo specifico di accreditamento.
Il piano triennale per il contrasto alla violenza di genere, che è stato elaborato in modo partecipato, è in dirittura d’arrivo: entro i primi di settembre la Regione Piemonte accoglierà le osservazioni che arriveranno dai Centri antiviolenza e dalle Case rifugio, poi verrà richiesto un parere alla Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, e agli enti e istituzioni locali prima del suo approdo in IV Commissione del Consiglio regionale del Piemonte.

La Regione continuerà a sostenere Centri antiviolenza e Case rifugio attraverso la programmazione di fondi statali e regionali, oltre che avviando un nuovo bando per l’apertura di nuovi centri per il sostegno alle donne vittime di violenza. Vogliamo e dobbiamo coprire tutto il territorio regionale, anche quelle zone come il novarese, l’astigiano e il vercellese che a oggi non prevedono un numero adeguato di Case Rifugio. È obiettivo del piano triennale assicurare su ciascun territorio provinciale e metropolitano tutte le funzioni previste (anche attraverso più sportelli e punti di ascolto) e di avere un collegamento stabile con gli altri servizi territoriali, con una o più case rifugio e con le altre strutture di accoglienza che possano fornire adeguate risposte per l’accoglienza delle donne vittime di violenza e degli eventuali figli minori.
I fondi statali e regionali che verranno stanziati ai Centri antiviolenza e alla Case rifugio sono pari a 1.247.060 euro di cui 817.548 euro, erogati entro fine ottobre, avranno come destinatari i Centri Antiviolenza esistenti e iscritti all’albo regionale, i punti di ascolto e gli sportelli e le Case rifugio autorizzate esistenti e iscritte all’Albo regionale; i rimanenti 429.512 euro avranno come destinatari i nuovi Centri Antiviolenza e nuovi posti per l’accoglienza in emergenza protezione di I° e II ° livello. Infine a questi si aggiungono 400.000 euro di stanziamento regionale per nuove case rifugio.
Tutto il lavoro che facciamo come Regione Piemonte è però vano se tutte le istituzioni non vanno nella stessa direzione.È per questo che accolgo l’appello fatto da CISL e FNP CISL Piemonte contro la depenalizzazione dello stalking in questi giorni, preceduto da quello di altre associazioni, come Telefono Rosa. Pensare che un reato di questa gravità possa essere estinto dietro il pagamento di una somma di denaro paragonandolo a una semplice infrazione del codice stradale è inaccettabile. A maggior ragione davanti a casi tanto eclatanti come quello di Elena Farina, la donna torinese minacciata dal suo ex marito, anche con una pistola, che adesso è libero perché scaduti i termini di custodia cautelare.
Monica Cerutti












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