Mercato del tabacco, salute, business e mozziconi per strada

foto:http://www.west-info.eu/
by, Pier Carlo Lava
Nel mondo si contano oltre 1 miliardo di fumatori, dal 1970 il consumo di tabacco è cresciuto del 67%, un fumatore su quattro è cinese e il numero dei tabagisti in Cina continua ad aumentare. In Italia su una popolazione sopra i 15 anni (che è 51,3 milioni) i fumatori sono il 22% oltre 11 milioni.

Da una recente indagine della DOXA emerge che l’età media della prima sigaretta è intorno ai 16 anni (ma il 13% inizia prima dei 15 anni) il 25,4% sono uomini e il 18,9% donne, dati in calo in particolare per gli uomini rispetto al 1993, dal 2005 è diminuito anche il consumo medio di sigarette al giorno, da 25,6 a 22.0.
Dal Rapporto 2013 sul fumo dell’Istituto superiore si sanità, si evince che il 12,2% di chi ha il vizio di fumare vorrebbe smettere nei prossimi sei mesi, e che in media chi decide di abbandonare ha superato i 40 anni.
Secondo l’OMS il fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo e la principale causa di morte evitabile. E’ stato stimato che nel mondo quasi 6 milioni di persone perdono la vita ogni anno per i danni da tabagismo e fra le vittime oltre 600.000 sono non fumatori esposti al fumo passivo.
Recentemente la BAT (British American Tobacco) una multinazionale del settore ha annunciato che investirà in Italia oltre un miliardo di euro che porteranno alla creazione di 300 posti di lavoro diretti, più altri nell’indotto.
L’Italia diventerà (con 4,5 milioni di Kg. all’anno di tabacco) il primo produttore in Europa. La BAT investirà 3 milioni di euro all’anno per lo sviluppo di prodotti a rischio ridotto continuando, di fatto, ad avvelenare mezzo mondo. Un altro caso di conflitto di interessi tra lavoro e salute, come all’ILVA di Taranto.
I dati sopra indicati sono drammatici e sconcertanti e mettono in luce una situazione che dovrebbe fare riflettere i fumatori e portarli a smettere per salvaguardare la propria salute, per il bene dei propri figli, nell’interesse di chi non fuma e per un risparmio di costi nella sanità pubblica che sostiene le cure di chi si ammala a causa del fumo.
Purtroppo però, a parte una minoranza, che dimostrando una grande forza di volontà ci prova e in parte ci riesce, la stragrande maggioranza dei fumatori, non solo non ci prova ma non pensa nemmeno lontanamente di smettere la sigaretta.
Questo fa pensare che il fumo sia assimilabile ad una qualsiasi delle tante droghe che hanno invaso il mercato, con gli stessi effetti sulla volontà della psiche umana, con la differenza che la sigaretta non solo è legale ma consente allo Stato di ricavare degli introiti, generando nel contempo un evidente quanto assurdo caso di conflitto di interessi fra il ricavato del Monopolio ed i consistenti costi per la sanità e la tutela, in buona parte disattesa, della salute dei cittadini.
Ora è evidente che i fumatori sono liberi di avvelenarsi, visto che non vogliono smettere di fumare pur essendo ormai ampiamente informati su quanto di grave può succedere loro nel tempo, ma almeno (visto che le strade e in particolare i parcheggi ne sono pieni) evitino di gettare i mozziconi e di svuotare il posacenere delle auto per terra … .




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