Mamme in rivolta contro i costi della mensa

“Una tassa che si paga solo ad Alessandria e troppa disparità fra i residenti e chi arriva da fuori”
Novecento tra mamme e papà hanno dibattuto per due giorni di mense e di costi, di una tassa che non trovano giusta e delle differenze (da eliminare) tra chi abita ad Alessandria e chi invece ha casa fuori dal Comune ma porta comunque i bimbi a scuola qui. «Mica perché si divertono, è necessità». Tutto questo è successo online, in un gruppo di discussione («Genitori alessandrini vs Costi mensa scolastica») che è «spin-off» di «Mamme in Action!» - altro gruppo attivissimo su Facebook -, che ha promesso battaglia e che l’ha ingaggiata davvero, a suon di documenti e informazioni raccolte dagli altri enti piemontesi. Hanno già ottenuto l’interessamento degli assessori del Comune di Alessandria (anche di quello «giusto», Silvia Straneo, che ha la delega all’Istruzione) e l’attenzione di chi non era al corrente del problema.  Questi i fatti contestati: per iscrivere i figli alle mense delle scuole del Comune di Alessandria si pagano 150 euro. Fissi. Una «tassa d’iscrizione» uguale per tutti i bambini, ogni anno. Una cifra che «se sei residente viene poi “scontata” se hai due o tre figli, invece se vivi fuori Alessandria paghi intera per ogni bimbo», hanno spiegato ieri alcune delle mamme che si sono chieste i motivi di queste differenze. «Questa tassa annuale a bambino - chiariscono Rossella Di Donna, che ha un figlio, e Stefania Cantello, che ne ha due - in Piemonte si paga solo ad Alessandria e Torino. Con la differenza che a Torino si può rateizzare e dipende dalla frequenza. Da noi è 150 euro fissi», sia che il bimbo mangi a scuola 3 giorni alla settimana, 5 o uno solo. «Non esistono agevolazioni per i non residenti - aggiunge Giorgia Costa, che ha due bambini in età da mensa - che non solo non hanno sconti se i figli sono due o tre, ma pagano anche 2 euro in più al giorno di buono pasto».  Continua a leggere….


Commenti

Post più popolari