La svolta della Chiesa sui migranti

da: http://www.lastampa.it/ Pubblicato il 11/08/2017
ANDREA TORNIELLI
L’intervento del cardinale Gualtiero Bassetti, neo-presidente dei vescovi italiani, che ieri ha ribadito «il più netto rifiuto a ogni forma di schiavitù moderna» rivendicando «con altrettanto vigore la necessità di un’etica della responsabilità e del rispetto della legge», è il sintomo di una preoccupazione condivisa dai vertici della Conferenza episcopale italiana e anche dalla Santa Sede. Non è in discussione l’accoglienza cristiana, la necessità di salvare vite umane e di evitare che il Mediterraneo continui a essere un cimitero di giovani vite. Non è discussione l’impegno di migliaia di volontari, delle associazioni, delle Ong, e di moltissime strutture legate alla Chiesa che in questi anni hanno contribuito a soccorrere, accogliere, integrare. Quello che il nuovo presidente dell’episcopato, per la prima volta eletto dagli altri vescovi, ha voluto affermare è la necessità di non collaborare – anche involontariamente – con i «trafficanti di uomini» che si arricchiscono a scapito di tanti disperati e mettono a repentaglio le vite dei migranti facendosi pagare per offrire loro un passaggio sulle traballanti carrette del mare.  
In nome dell’accoglienza non si può correre il rischio di aiutare chi lucra sulla pelle di migranti e rifugiati. Per questo le parole del cardinale Bassetti, frutto di un confronto interno del vertice della Cei, vorrebbero rappresentare un punto fermo nel dibattito di queste settimane. Delle regole chiare sono necessarie, specie di fronte a quanto sembra emergere dalle inchieste della magistratura.
Certo c’è stato il rischio, nelle discussioni anche polemiche di questi giorni, di veder colpevolizzate più le ONG che gli scafisti (contro i quali evidentemente non è facile poter agire), ma l’intervento del presidente della Cei arriva come un segnale di attenzione e di rispetto istituzionale verso i tentativi del governo italiano di governare il fenomeno migratorio. Inequivocabile ciò che il cardinale ha affermato nella nota letta ieri al termine della messa celebrata per il patrono della città di Perugia: «Per difendere l’interesse del più debole, non possiamo correre il rischio - neanche per una pura idealità che si trasforma drammaticamente in ingenuità - di fornire il pretesto, anche se falso, di collaborare con i trafficanti di carne umana». Ciò significa riconoscere che il governo ha il diritto di regolamentare i soccorsi.

Di fatto, l’intervento del presidente dei vescovi potrà essere letto come un assist al governo Gentiloni e alle iniziative del ministro dell’Interno Marco Minniti. Ma questa sarebbe un’analisi con argomenti di piccolo cabotaggio. Il cardinale Bassetti, più in generale la Cei e ancora più in generale la Chiesa italiana non hanno in questo momento il problema di fare endorsement a questo o a quell’esponente dell’esecutivo, né di entrare nelle beghe della politica nostrana. All’origine della presa di posizione ci sono considerazioni altre e più alte: lo sforzo che il nostro Paese ha fatto, sta facendo e continuerà a fare – lasciato troppo spesso da solo – per fronteggiare un problema epocale che meriterebbe politiche lungimiranti e di largo respiro, non risposte emergenziali. Si può essere più o meno d’accordo con questo o quel paragrafo del regolamento proposto dal titolare del Viminale alle Ong che meritoriamente aiutano a soccorrere i migranti in mare aperto, ma non si può non riconoscere che in un momento in cui l’Europa appare tragicamente assente, e riemergono chiusure e populismi, l’Italia non sta venendo meno alla sua vocazione di cerniera con i Paesi del Mediterraneo e ai suoi valori più veri. Coniugando accoglienza con responsabilità. 




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