La biografia di Franco Rangone

Franco Rangone nasce ad Alessandria:
Allattato tradizionalmente dalla madre e al suono della musica dal padre Battista, già all’età di 4 anni si cimenta con la fisarmonica, anche se muove le manine solo sui bassi, e comincia a canticchiare.
Sempre in giovanissima età esordisce come fisarmonicista in spettacoli di arte varia per bambini; nel 1952, alla festa dell’Epifania, all’asilo del Cristo; a Carnevale del ‘53 al cine-teatro Aurora della Pista.
Ma il suo innato senso della musica e del ritmo lo porta a sperimentare anche quello strumento principe della scansione dei tempi che è la batteria e con questo strumento esordisce adolescente, nel maggio del 1956, con l’orchestra Caballeros al Dancing Sport di Solero. Accanto a questi compagni suona nelle stagioni estive 1957, ‘58 e ‘59, iniziando anche a interpretare le prime canzoni.
In questa ultima veste, che prenderà sempre più il sopravvento, partecipa (con il cugino Roberto Rangone, altro fenomeno musicale della famiglia), a settembre del ‘59, alla Sagra dell’Uva, cantando Angeli negri e Guarda che luna.
Negli anni ‘59-’60 collabora dapprima con I Novelty e poi con il complesso The Lucciola Boys; infine, nel 1961, con il quintetto Paolo Barosso, insieme al quale partecipa il 24 aprile 1961 alla trasmissione radiofonica “Il Buttafuori” al Teatro Virginia Marini.
Questo primo sguardo buttato fuori dalla finestra che guarda oltre il Tanaro, gli fa tentare l’avventura per ribalte meno anguste.


A settembre del 1962, in rappresentanza del Piemonte, a Castrocaro Terme si piazza nelle prime posizioni del concorso “Voci nuove per Sanremo” con la canzone Viaggio in fondo al mare, guadagnandosi anche gli elogi degli eminenti critici del “Resto del Carlino” e de “La Stampa”.
Continua naturalmente la sua attività come componente di complessi locali, ma ritenta la fortuna nel luglio del 1963, quando arriva a sfiorare la finale di Castrocaro Terme con Bambola. Un piccolo merito alla sua spiccata personalità e musicalità canora gli viene riconosciuto con il “Cigno d’argento” quale migliore promessa alessandrina nell’ambito della manifestazione “Gagliaudo d’oro”. Castrocaro lo affascina sempre e torna per la terza volta, che è quella buona per la finale: canta la canzone Ritornerai. L’appassionata interpretazione non gli fa valere il podio, ma un contratto con la casa discografica Meazzi di Milano e, nell’aprile del 1965, con l’orchestra di Gianni Fallabrino e con il coro 4+4 di Nora Orlandi, incide Con l’estate che verrà, sigla della trasmissione radiofonica “Un disco per l’estate” e Sei così. Per l’occasione, l’ufficio marketing della Meazzi lo fa diventare Franco Ragona. La sigla della trasmissione ha un notevole successo e risulterà una delle canzoni più “gettonate” dell’anno.
Ciò gli apre lo schermo della TV e si esibisce, nell’ottobre del ‘65, a “Un pretesto per cantare” e “Un carnet di musica”. Nello stesso mese, con Sei così partecipa al 9° “Festival della Canzone Italiana” a Zurigo, insieme ad un pool di famosi cantanti italiani tra cui Nunzio Gallo e Rita Pavone e il concittadino - altro astro nascente - Don Mico. La sua interpretazione piace anche ai “cioccolatieri”, che lo richiamano a Lugano in novembre per la trasmissione TV “Il canzoniere”.

Proprio in questo periodo, dal 1964 al 1965, il Dollar Club diventa il momento jazz alessandrino e Franco ne è un protagonista di spicco accanto a numerosi nomi di fama, soprattutto Gianni Coscia, Dino Piana e Gianni Basso (ed altri: Glauco Masetti, Jimmy Pratt, Gil Cuppini, Franco Tonani, Leonello Bionda, Oscar Valdambrini).
La sua capacità di bassista jazz lo allinea con i conterranei più famosi, ma la voglia di cantare è stata predominante, a scapito di questa sua versatilità musicale. Non è bastato il diploma al conservatorio a fargli fare la scelta del concertista jazz piuttosto del cantante di musica leggera. Ai suoi estimatori di questo settore rimarrà per sempre il dubbio di quanto avrebbe potuto esprimere se avesse continuato a coltivare le frequentazioni di Basso, Valdambrini e soci.

A primavera del ‘66 incide il secondo disco: Arrivederci a settembre e Matti per amore (testo dell’amico Ugo Boccassi). Anche queste canzoni sono tra le più ascoltate nei programmi RAI. A giugno del ‘66 consolida il suo successo alla 2ª “Mostra Internazionale di Musica Leggera”, trasmessa in TV come “Gondola d’argento”. Guadagna l’accesso alla finale, al cui spettacolo prendono parte cantanti del calibro di Renato Rascel, Ornella Vanoni, Bruno Lauzi, Mina e Gino Paoli: interpreta per l’occasione Mezzanotte a Venezia.
Di questo nostro cantante parlano spesso svariate riviste: “Marie Claire” lo presenta come il cantante più timido d’Europa e in questo forse non sbaglia perché, nonostante la grande musicalità e la voglia di emergere, non riesce mai ad assumere la veste di “personaggio”, con tutte quelle caratteristiche, anche di durezza e spregiudicatezza, che servono al “divo”. Franco rimane sempre con i piedi per terra, legato alla famiglia e alle proprie radici, qualità che gli danno uno spessore di umanità ma poco spendibili in un mondo dove il talento, a volte, da solo non basta. E così, anche un po’ per il declino economico-organizzativo della Meazzi (tendente a privilegiare più la produzione di strumenti musicali che quella discografica), all’apice di quella strada che poteva portare al grande successo, ridimensiona le sue ambizioni per tornare ad essere un fenomeno musicale solo alessandrino, qual è ancora oggi (anche in un settore tipicamente tradizionale come la canzone dialettale col gruppo di Cantuma Lisòndria).
La sua voce è particolare, calda, ammiccante e grintosa all’evenienza. Quando interpreta brani ritmati e specialmente quando si abbandona all’improvvisazione (e qui ricordiamo i suoi trascorsi jazzistici), il suo viso assume delle strane espressioni, mentre i suoi fraseggi gutturali, coinvolgono ed entusiasmano il pubblico.

Nel dicembre ’72 il M° Giulio Libano lo invita a Milano ad incidere un jingle pubblicitario televisivo per la Martini: dopo qualche passaggio a Radio Montecarlo, la RAI TV italiana affida la stessa base musicale alla cantante Ornella Vanoni, poiché la sua voce è sicuramente più conosciuta e determinante per reclamizzare il prodotto; Franco si accontenta di aspettare un eventuale ripensamento della Rai.
Con il complesso I Musici si esibisce dal ’65 alla fine del ’73 nei migliori locali della Provincia, Piemonte, Lombardia e Liguria. Nel ’74 si dedica di nuovo allo studio del contrabbasso, che aveva abbandonato dopo aver ottenuto il Compimento Inferiore del V anno al Vivaldi; il diploma lo ottiene nel ’78.
Dopo una breve permanenza nell’orchestra di Don Kino e gli Amici, nel ’75 è presente nei Cardinal, con i quali collabora intensamente; nonostante la lisciomania, una parte di canzoni che interpreta sono spiritose e ricche di improvvisazioni, gradevoli al pubblico. Con il complesso sopra citato, dal ’74 al ’77, incide 3 musicassette in vernacolo alessandrino (canzoni e poesie scritte dal grande e compianto Gianni Fozzi) con relativi spettacoli nei vari locali e teatri della Provincia; nel tempo, registra altre 4 musicassette create da Fozzi per Cantuma Lisòndria con l’intervento di Gianni Coscia. Il rapporto con i Cardinal finisce a dicembre del 1981.
A gennaio dell’82 abbandona la sala da ballo; la sua attività artistica professionale diventa amatoriale e si esibisce in club privati, concertini e piano bar. Fa coppia fissa con Roberto Vergagni. Nel tempo collabora con tanti altri musicisti.
Dal 2008 è spesso ospite alla trasmissione televisiva “Musica insieme”, prodotta dall'emittente Italia 8 in collaborazione con Studio Zeta.

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