Italia bloccata: cantieri fermi, fondi sprecati, opere incompiute anche da trent’anni

(Fabio Albanese e Nicola Pinna per la Stampa) - C' è chi peggiora anno dopo anno. Abruzzo, Lombardia, Sardegna, Sicilia e Umbria rallentano ulteriormente il ritmo dei loro cantieri pubblici. E mentre un po' ovunque si tenta (con fatica e con risultati non eccellenti) di raggiungere l' obiettivo del complemento delle incompiute, in queste cinque regioni il numero delle opere bloccate addirittura aumenta. Negli ultimi tre anni molti lavori in Italia sono ripartiti, ma ancora ci sono almeno 752 cantieri aperti.
Per chiuderli ci vorrebbero quasi 2 miliardi di euro, ma nel frattempo restano inutilizzate opere pubbliche che valgono 3,5 miliardi. «Tutto questo non accade per caso - spiega il costituzionalista Alfonso Celotto -. Il primo problema è che le opere vengono finanziate per lotti e non interamente.
Questa è una tecnica che la politica adotta per accontentare più territori. Il secondo problema è quello dei ricorsi: sugli appalti sarebbe necessario prevedere un solo grado di giudizio di fronte al Consiglio di Stato».
Il record della Sicilia La regione «leader» per le incompiute è la Sicilia. Secondo l' ultima rilevazione del ministero delle Infrastrutture, nell' isola ci sono 158 delle 752 opere incompiute, in aumento rispetto al precedente rapporto (113). Si va da appalti minimi, come il centro per immigrati di Pachino, nel Siracusano, dove servono appena 2.200 euro per il completamento, alla ormai infinita vicenda della diga Pietrarossa: storia che risale al 1982, posa della prima pietra nel 1990, completa al 95 per cento.

Collocata tra le province di Catania e Enna, finora è costata 74 milioni di euro. Per completare quel 5 per cento che porterebbe la capienza a 45 milioni di metri cubi, occorrono 50 milioni ma il problema dei problemi è un altro: un insediamento romano di età imperiale scoperto 3 anni dopo l' avvio dei lavori e su cui la Soprintendenza ai beni culturali ha posto un vincolo.
IL CIMITERO DI TARANTO
Tra le regioni con più opere ferme c' è anche la Puglia. Ne ha 87, secondo il ministero. E nemmeno i morti hanno pace se è vero che il nuovo cimitero di Taranto è in costruzione da anni e, sebbene sia finalmente fruibile, dopo una spesa di 9 milioni di euro ne occorrerebbero altri 3 per finirlo; ma i lavori sono fermi.
CALABRIA E CAMPANIA
Certo, aperta finalmente la "nuova" autostrada del Mediterraneo, ex A3, sia la Campania sia la Calabria si sono tolti di dosso il bubbone più grande e clamoroso. Ma da fare resta tanto. In Calabria sono 17 le opere non finite. Tra ospedali, parchi, scuole, isole ecologiche, spicca la costruzione della "Sibari-Silana", 35 milioni già spesi, completata all' 80 per cento ma inutilizzabile fin quando non si troveranno i soldi per il restante 20.
E la Campania, 26 incompiute in elenco, da Napoli a Salerno ad Avellino, ha in elenco una tra le opere più mastodontiche e costose: il risanamento dell' ex area industriale di Bagnoli. Forse si riparte - il mese scorso il nuovo via - ma le previsioni più ottimistiche parlano del 2024 per il fine lavori.
LA VELA DI CALATRAVA
Nel quartiere romano di Tor Vergata la giunta di Walter Veltroni aveva pensato di realizzare un capolavoro architettonico tutto dedicato allo sport. Per creare l' opera il Campidoglio aveva scelto la firma celebre di Calatrava, che ha progettato quella che poi è stata ribattezzata come "La grande vela".
Una pinna di squalo fatta da tubi bianchi intrecciati che avrebbe messo insieme i palazzetti del basket e del volley e anche la piscina per i mondiali di nuoto del 2009, che invece si sono disputati al Foro Italico. L' impres a doveva costare 60 milioni, ma al momento dell' assegnazione del cantiere il costo era già raddoppiato. Ma nel corso dei dodici anni le cifre sono salite: per completare tutto sarebbero necessari 660 milioni e infatti il cantiere è rimasto a metà.
CASO TOSCANA
La Provincia di Siena ha una sede storica di fronte al Duomo, nel centro della città. Ma nel 2005 decide di costruire una nuova (e grandiosa) palazzina con l' obiettivo dichiarato di accorpare tutti gli uffici.
L' operazione vale più di 8 milioni di euro per le opere, più altri 4 per la progettazione, l' acquisto del terreno e la bonifica. Il progetto è grandioso: un palazzo alto 17 metri con spazi per 4510 metri quadri. Alle solite lungaggini, in questo caso si è aggiunto un altro problema: le nuove norme antisismiche. Il progetto non ne tiene conto e così il palazzo non si può completare.
Anzi, per ultimare i lavori ci sarebbe bisogno di un finanziamento aggiuntivo.

La strada della morte Negli 80 chilometri che separano Olbia e Sassari ci sono oltre 100 croci. Da anni si lavora per raddoppiare le corsie, ma dei dieci lotti previsti dal progetto solo quattro sono stati completati. Negli altri i lavori sono fermi per le difficoltà economiche delle aziende e anche per le inchieste giudiziarie.

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