INNO AD AFRODITE, Lorena Dolce Glicine Turri


INNO AD AFRODITE
(mio libero adattamento dell'omonimo inno saffico, in endecasillabi anapestici e adonio)
O immortale Afrodite in trono adorno,
tessitrice d'inganni, ti scongiuro
non piegare il mio animo, Signora,
con sofferenze
ma qui vieni, come altre volte hai fatto,
la mia voce sentendo da lontano;
mi esaudisti e, lasciando l'aurea casa
mi raggiungesti
con un carro aggiogato ed a condurti
furon passeri svelti e belli, intorno
alla terra, dal cielo ed attraverso
l'aria volando.

Presto giunsero e tu, o Dea, in eterno
sorridente nel volto, domandasti
che dolor rinnovato mi premeva
tanto a chiamarti
e qual cosa io più desiderassi
nell'inquieto mio cuore: "Chi vuoi tu
ch'io conduca, o Saffo, al tuo amore?
Chi ti fa torto?
S'egli fugge ben presto inseguirà
se rifiuta i tuoi doni, li offrirà
se non t'ama di certo t'amerà
pur non volendo."
Vieni ancora da me per liberarmi
dalle angosce. Realizzami le cose
che desidera l'anima di più.
Sii mia alleata.

Lorena Turri

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