CENERE (dedicata a Fabiana Luzzi)


CENERE (dedicata a Fabiana Luzzi)
L’odore della carne, della mia carne che brucia, mi arriva alle narici a folate, portate dal vento e nell’andare e venire della mia coscienza .
Tra il fumo vedo un’ombra la sua sagoma, il mio fidanzatino.
O quel che resta di lui.
Siamo, eravamo giovani, una vita davanti, ora è già dietro, passata, le parole sono volate, solo quindici anni, una fiamma si alza, un dolore lancinante, nel mio sentimento, sulla mia pelle, è andato, sta andando tutto in fumo, il primo bacio, il batticuore, quando l’ho rivisto le sue mani sul mio viso e poi la voce che si alza insieme alle mani ,qualcosa brilla al sole , la lama di un coltello.
Le mie braccia si alzano in segno di resa, in segno di protezione del mio corpo, della mia vita.
Non può essere che il suo sguardo dolce innamorato si sia all’improvviso mutato in occhi omicidi- femminicidi - solo quindici anni il sangue scorre l’odore di benzina sui miei vestit/ è fredda la benzina , ho freddo riscaldami, solo quindici anni e poi il click la fiamma una torcia l’odore acre della carne, la mia carne, che brucia sono io, solo quindici anni/ mi lascia qui, è tutto un fumo è tutto nero, tutto andato in fumo i miei quindici anni, la mia vita.
Sono l’ennesimo femminicidio la numero 33, forse, e ho solo quindici anni.
Sono diventata un numero una vita bruciata ma avevo solo quindici anni ero una donna in nuce/ ero luce/ nella mia famiglia/ nel mio mondo.
Sono diventata la numero 33, forse, carbone ardente ormai spento per sempre”.

L. C.




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