Cazzomene!, by. Marco Drvso

by. Marco Drvso
In vita mia credo di aver Amato solo 3 volte. Non che fingessi con le altre, anzi, se posso vantarmi di una cosa è il non aver, mai, usato una persona ed avere vissuto con assoluta sincerità ogni mia storia, nonostante me.
Magari ho incasinato tutto, magari ho deluso, magari mi è stato strappato il cuore, ma posso, col senno di poi, dormire tranquillo. So, per quanto in mio potere, di aver fatto il possibile per non creare dolore, anche a loro cui ancora penso, nelle serate di pioggia. Anche verso coloro che per timidezza, scazzo o voglia di stare da solo, recitato la parte dell'asociale, che se la tira e neanche si volta, i miei intenti erano genuini: non volevo creare dolore. 
La parte che segue, tutto il presente paragrafo, può essere saltato -noticilla: Giove e tutti i numi maledicano il maledetto correttore automatico di android, che non vede gli errori di battitura, ma corregge a cazzo i congiuntivi, traformandoli in presente indicativo, trasformando la e congiunzione in è verbo e tante altre rotture che mi obbligano a dover impiegare il doppio del tempo. Se non fosse che un figa di tablet o computerino windows mi sarebbe costato di più e non avrei avuto la versione base di office per giocare, mai e poi mai mi sarei piegato all'orrendo robottino! So, dai dati del blog, che google legge: questa è una critica costruttiva, datevi una regolata, prima che sposti tutti i servizi che uso (e su cui lucrate, quindi non menatela con la storia del gratuito, so come funziona) su altre piattaforme! Per la cronaca, uso una tastiera fisica, avete i dati sul dispositivo con cui mi connetto-.

La terza volta che ho amato la tengo per me, le altre due sono pubblico dominio, per chi legge da tempo il blog: la Tata e la Ciccia, gli estremi matematici dell'insieme che indica il mio amore passionale, prima mi ha voluto veramente bene, nel suo modo un po' ritroso, un po' totale, l'altra mi ha strappato il cuore.
Per come feci soffrire la Tata all'epoca e per come mi fece stare Elisabetta dopo, credo di aver tenuto lontane le persone, in particolare le magnifiche donne. Sembra una cazzata, ma il detto "mai con loro, mai senza di loro", comincia ad avere un senso.
Forse e scrivo forse, alla veneranda età di 38 anni (oggi ho la stessa età di Homer Simpson), ho imparato a lasciare il passato alle spalle e vivere, come canta Battiato, con "un po' di leggerezza e di stupidità" e adottare il grido di un caro amico "cazzomene!" (acrasi con troncatura della frase "che cazzo me ne frega!", riassunta in un neologismo, di cui la Crusca mi perdoni).
Si muore tante volte, ma si vive una volta sola e sono, francamente, stufo di non godermi il transito terrestre, a causa del grande amore che provo per i miei simili, che agilmente camuffo sotto una maschera di misantropia e sociopatia, e la paura che ancora mi sia strappato il cuore.
Sara scusa se sono stato tutt'altro che perfetto, ti abbraccerei se non volesse dire farti male e se non stiamo più insieme è anche per il tuo bene. Elisabetta, anche se sei una stronza olimpionica, non sarò mai capace di odiarti. Alla terza: peccato che fu il momento sbagliato e mi prendo tutta la colpa.
Tutto, nella vita, è un susseguirsi di illusioni dettate dai sensi del nostro corpo fisico, basta capirlo e vivere al meglio il transito.
Ma sono ripromesso di smettere di fumare, come regalo di compleanno. Domani ultima sigaretta, così parlò Zeno Cosini...




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