Accelerazione importante per valorizzare le produzioni del vero Made in Italy

Dopo la firma dei due decreti sull’etichettatura del riso e del grano per la pasta
Un passo determinante nella direzione della trasparenza dell’informazione
purtroppo però  1/3 della spesa degli italiani resta anonima
“Con la firma dei due decreti interministeriali per introdurre l'obbligo di indicazione dell'origine del riso e del grano per la pasta in etichetta è stato fatto un passo determinante nella direzione della trasparenza dell’informazione ai consumatori in una situazione in cui però 1/3 della spesa degli italiani resta anonima” ha affermato il presidente provinciale Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino.
“Di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga ad indicare l’etichetta per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per il miele ma non per il riso, per il pesce ma non per il grano nella pasta, per la frutta fresca ma non per i succhi, l’Italia che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie” anche - ha sottolineato Paravidino - con un profonda revisione delle norme sul codice doganale nel settore agroalimentare, che pretendono paradossalmente di chiamare addirittura farina italiana quella ottenuta dal grano straniero macinato in Italia. 

L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del vero Made in Italy: non bisogna dimenticare che due prosciutti su tre sono venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero senza indicazione in etichetta, come pure 1 pacco di riso su 4 ma anche i succhi di frutta o il concentrato di pomodoro le cui importazioni dalla Cina sono aumentate del 43% nel 2016 ed hanno raggiunto circa 100 milioni di chili, pari a circa il 20 per cento della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente.
A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. 

L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI
Cibi con l'indicazione origine                      E quelli senza
Carne di pollo e derivati                                 Salumi
Carne bovina                                                  Carne di coniglio
Frutta e verdura fresche                                  Carne trasformata
Uova                                                               Frutta e verdura trasformata
Miele                                                              Derivati del pomodoro diversi da passata
Passata di pomodoro                                       Sughi pronti
Pesce                                                               Pane
Extravergine di oliva            
Latte/Formaggi         
Pasta in itinere        
Riso in itinere          

Fonte elaborazioni Coldiretti    


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