A OSTANA ORA I PROFUGHI SONO DI CASA

Ostana è un paese di soli quarantadue abitanti, ma il sindaco ha chiesto di poter ospitare ben sei richiedenti asilo. Perché? Perché possono essere d’aiuto all’amministrazione comunale per mantenere pulito e decoroso il comune. Si tratta di un’esperienza virtuosa che quando è stata lanciata non è stata accolta con entusiasmo da molte persone.
Io sono stata a Ostana l’inverno scorso. Il sindaco aveva annunciato di voler ospitare dei migranti solamente un mese prima e una parte significativa dei cittadini e dei villeggianti aveva cominciato a protestare. Mi ricordo i toni dell’assemblea pubblica del 27 dicembre duri, allarmati e poco dialoganti. Il copione è quello di sempre e per certi versi può essere anche giustificato perché quando non si conosce, la paura si fa strada più facilmente. Figurarsi in un paese così piccolo.
Poi i rifugiati sono arrivati e, come racconta oggi al quotidiano La Repubblica il sindaco di Ostana, Giacomo Lombardo, a cui va il merito con la sua giunta di avere creduto in questo progetto, hanno cominciato ad aiutare l’amministrazione comunale facendo lavoretti di manutenzione. Il Comune ha pure assunto un mediatore culturale che avrà il compito di seguire i richiedenti asilo nelle attività di formazione e inclusione.
Questo è il modello di accoglienza e inclusione al quale noi guardiamo e se è possibile metterlo in pratica in un paesino di poco più di quaranta anime è ancora più facile farlo in un centro più grande. Come dice il sindaco di Ostana “tutti abbiamo paura dell’ignoto, ma bisogna avere il coraggio di conoscerli e integrarli”.

Monica Cerutti

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