Sfiorarsi il cuore, Aiello Giuseppe Captain


Sfiorarsi il cuore
con la trasparente impronta delle nostre antiche dita
e vedere nitidamente
nei flashback di fanciullesche mani congiunte.
E, col trascorrere degli anni intuire fortemente
che come il nostro incantevole “Prima”
non può esserci più niente di differente.
Toccarsi il cuore, di sempre verdi memorie -emozionata,
il pensiero rivolto agli spiccioli d’argento del presente-
e percepire inalterato anche nel tuo, l’oro dell’intera loro vita.
Saggiare con delizia dei suoi montani rigonfiamenti
la vertigine dell’abisso,
e, per Amore, la saggezza dei suoi dolci avvallamenti.
Respirare l’accettazione di esterni climatici cambiamenti.
La necessità di un naturale razionalizzare
come un cambio di stagione a pieni polmoni da inalare.
Inevitabile, in lontananza persino augurabile,
ma che alla mia anima
pareva limitativo ed inconcepibile.
Traumatica erosione, quasi sinonimo di morte.
Miseria che ora è invece agognata vetta,
beneficio di ossigeno per scampare al vero trapasso.
Ora è segno di maturità di forme mentis e tempi.
Soluzione del mistero di un’impronta impalpabile,
di un’affina materia che si trasforma, e mai muore.
Oggi, in solitudine sfiorarsi il cuore,
e, vitali, a ridosso,
sentire ancora i tuoi tizzoni ardenti
-un tempo breve parso infinito- forse annegati
nei miei insensati ingenui pianti.
Ma i tuoi silenzi, lo sento, erano sussulti che tacevano
in fondo al cratere di un secolare vulcano.
E oggi insieme ai pazzi miei palpiti
-ormai pazienti, quasi diventati adulti-
pare che resusciteranno.
Che siano nuovamente pronti a svegliarsi
e di lenta lava a cibarsi e gratificarsi.
Diritti riservati
Capitano AIELLo Giuseppe
16.07.2017









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