Omnia vincit mors, Maurizio Donte


Omnia vincit mors
Siccome un dì si usò il Taigeto in Sparta,
e in Roma, la Tarpea rupe; spietato
il medico di Londra condannò
l'infante. E di pietà ragion non trova
il mondo? E nulla dentro sé non prova,
non sente amore per chi generò
quel bambino che giace inanimato?
Assurdo mondo, avvolto dalla carta,
su cui prescrivi morte a chi nel letto
sta, disturbando chi si crede eterno
giudice e infastitendo il sonno. Corte
furono l'ore, e i giorni tuoi, e le porte
ti chiusero alle cure. Triste inverno
per tutti viene ora, per chi affetto
sentì per te nel petto
e in cuore, amore. Riposa, piccino,
riposa in pace, caro mio bambino,
e ti stiano vicino
la Madre Santa e gli Angeli del cielo,
ti consoli il Signore e stenda un velo
di pace in me, che anelo
ad altro: a un mondo in cui trionfi l'amore
e vinca sulle tenebre e il dolore.
A Charlie





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