Oltre 82.000 tonnellate di rifiuti non trattati sepolti nelle discariche di Novi Ligure e di Tortona
di Andrea Guenna
L’inchiesta avviata dalla procura
di Brescia sulle discariche alessandrine non si ferma e sta mettendo in luce
aspetti molto preoccupanti perché si parla di stoccaggio di tonnellate di
rifiuti non trattati che potrebbero compromettere seriamente le risorse idriche
della provincia di Alessandria. Già oggi ad Alessandria, per l’inquinamento
della falda cittadina, beviamo in gran parte acqua proveniente dall’acquedotto
dello Scrivia, lo stesso torrente che rifornisce Novi e Tortona. Ma dopo lo
scandalo delle discariche c’è il rischio che anche le falde dello Scrivia possano
essere contaminate. Solo tra Novi e Tortona i carabinieri del Noe hanno
scoperto uno stoccaggio di oltre 82.000 tonnellate di rifiuti non a norma. È un
dato che fa veramente tremare i polsi e stupisce che i politici locali come i
sindaci Bardone di Tortona e Muliere di Novi non si siano mai accorti di niente
ma, soprattutto, alla luce di questi fatti, non abbiano ancora preso posizioni
ufficiali. Per quanto riguarda Novi e Tortona i principali responsabili di
questo disastro sarebbero Claudio Cattaneo direttore degli impianti e Andrea
Firpo direttore generale di Srt Spa (la società che gestisce le discariche
delle due città) che, secondo gli inquirenti, “in concorso tra loro, con più
azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, al fine di conseguire un
ingiusto profitto, con più operazioni e attraverso l’allestimento di mezzi e
attività continuative e organizzate, in difformità alle prescrizioni” nonché
alle singole autorizzazioni, gestivano le discariche senza lavorare i rifiuti
come prevede la legge, ma soprattutto il buon senso. Nei loro confronti ci sono
accuse pesantissime (art. 81 e 110 cp) che configurano reati per cui è previsto
il carcere. Nella fattispecie il Firpo e il Cattaneo non sottoponevano alle
dovute attività di recupero ingenti quantità di rifiuti speciali ricevuti con
codice CER 191212 (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento
meccanico, diversi da quelli di cui alla voce 191211, provenienti dai siti
napoletani e romani. Per il Noe i due indagati avrebbero “tombato” la bellezza
di circa 55.000 tonnellate di rifiuti a Novi e di oltre 27.000 tonnellate a
Tortona.
Per i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, che hanno svolto
egregiamente le indagini producendo oltre 700 pagine di istruttoria, Firpo e
Cattaneo erano a conoscenza del fatto che i rifiuti “non erano stati sottoposti
al previsto processo di recupero”.
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