MATTINO, Lorena Campiotti



MATTINO
Un limpido pianto
s’attarda leggero sull’erba,
lacrime scese di notte
che indugiano intatte,
come carezze.
Scie di tristezze
amare rilucono in ombra,
bave di chiocciola lenta
sparse in sentieri
zuppi di pioggia.
E tra folte piante
s’odono tonfi distinti
di gocce in cadute pesanti
che alternano tocchi
a brevi silenzi.
Una goccia soltanto
mi sfiora la pelle, riga le spalle
d’un rivolo lento e sinuoso,
amorevoli dita
sul nudo profilo.
Fermerei il tempo,
il soffio di dolce silenzio
che arcano s’abbarbica al bosco
come umido muschio,
lambisce pensieri,
cancella parole.
Sospeso il respiro
si gonfia d’un brivido intenso
che chiede d’averti qui accanto
mentre brancico sola
per vaghi sentieri.

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